Orietta Berti, attraverso due nuove canzoni, critica la violenza sulle donne e le madri che non accettano un figlio gay

Orietta Berti sembra avere 9 vite come un gatto. A 80 anni è ancora in splendida forma e non è assolutamente una donna all'antica, visto che due estati fa ha voluto cantare insieme a Fedez e ad Achille Lauro il brano "Mille", che è diventato un vero e proprio tormentone. In un'intervista a Gente, Orietta ha preso spunto da due sue nuove canzoni per affrontare temi attuali e spinosi.

Orietta Berti contro la violenza e l'omofobia

Ne "Il coraggio di chiamarlo amore" Orietta Berti parla di violenza sulle donne, mentre in "Diverso" tratta di omosessualità. Attraverso i due brani sventola la bandiera della tolleranza e dell'inclusione e se la prende con le madri che non accettano di avere un figlio gay e con gli uomini che usano violenza contro le loro compagne. La Berti ha avuto la fortuna non essere mai vittima di violenza fisica o psicologica, ma si sente vicina a quante lo sono state o lo sono ancora. A tal proposito dichiara:

Le donne storicamente hanno sempre subito violenza, fisica e psicologica, che spesso sopportano in silenzio. Lo fanno nel timore di non essere credute. (…) Le capisco, ma le invito a trovare la forza di denunciare i maltrattamenti di certi uomini che dicono di amarle per poi distruggerle.

Per quanto riguarda l'omosessualità di cui parla "Diverso", Orietta spiega, infervorandosi:

Alle madri che, scoprendo di avere un figlio gay, lo rifiutano, magari su pressione dei familiari omofobi, io chiedo: "Ma che razza di mamme siete?".

A fine intervista Orietta Berti dice:

Spero, attraverso la musica, di dare il mio contributo a smantellare certi preconcetti disumani.

Il nostro augurio è che la cantante riesca davvero, con le sue canzoni, a smuovere le coscienze.