Manuela Arcuri racconta del nudo artistico e dell'amore vero per Garko
Smentisce voci e maldicenze e ci tiene a raccontare la sua verità in un'intervista a cuore aperto. Manuela Arcuri sottolinea come la sua storia d'amore con Gabriel Garko sia stata vera e appassionata anche se breve. Ma non solo.
Una confessione, più che un'intervista, occasione per Manuela Arcuri di parlare dei suoi amori e della sua verità, smentendo voci e maldicenze di cui è stata vittima nel suo passato. L'occasione è il ritorno al cinema con Tradita, adattamento del romanzo di Maria Carboni omonimo, in arrivo nel 2025. Lo ha fatto con un'intervista al Corriere della Sera, in cui ha parlato della sua carriera, dei momenti belli e di quelli difficili, confessandosi soprattutto sulla sua vita privata, con una sincerità certo non scontata.
La storia d'amore con Gabriel Garko, anni prima del coming out dell'attore? "Tutto vero, durata lo spazio di un mattino, ma è stata vera. In quel periodo mi capitava di essere corteggiata da uomini, ma non capivo se volevano avere una storia con me o interessava loro apparire sui giornali. Ho preso certe mazzate. Poi ho incontrato l’uomo della mia vita: Giovanni Di Gianfrancesco. Oltre al nostro meraviglioso Mattia, vorremmo adottare un bambino".
In Tradita interpreta un'avvocata. Cosa ha in comune? "Forse il lato materno: anche io ho un figlio, Mattia, di 10 anni, che per fortuna non sto crescendo da sola ma con mio marito, però anch'io ho un legame esclusivo con il mio bimbo". Una carriera avviata letteralmente da adolescente, che ha previsto anche servizi di nudo. "Erano dei nudi artistici. In quegli anni farsi fotografare senza veli era un traguardo ed è servito a lanciarmi. Però ho anche frequentato l’Accademia teatrale Pietro Scharoff e a 17 anni sono stata scelta, in un piccolo ruolo, da Pappi Corsicato per il film Buchi neri".
Ventenne è addirittura finita nella classifica delle dieci donne più belle per la rivista People Magazine. "Quell'episodio è stato il fiore all'occhiello della mia carriera", tanto che è stata immortalata in una statua a Porto Cesareo, con tanto di abitudine dei pescatori di zona di toccare il suo didietro come portafortuna. "Un'odissea: venne rimossa e poi ricollocata nello stesso posto sul porto, dove si trova tuttora
