Mare Fuori, Intervista ad Antonio D'Aquino: "Sono orgoglioso di interpretare Milos!"
Un'intervista anzi no, una chiacchierata a cuore aperto con Antonio D'Aquino, interprete di Milos che, in Mare Fuori 5, diventerà protagonista assoluto non solo delle trame della Serie TV ma anche della sua vita. Scoprite insieme a noi qualcosa in più su questo Artista e su questo personaggio che a noi, lo dichiariamo, piace tanto.

- Chi è Antonio D’Aquino, Milos in Mare Fuori?
- Mare Fuori: Antonio D’Aquino orgoglioso di interpretare Milos
- Mare Fuori: Antonio D’Aquino e i sogni per il suo futuro
Mare Fuori 5 è arrivato su RaiPlay e presto arriverà anche in chiaro, su Rai2. Saranno tante le novità di questa nuova stagione e tanti i personaggi che cresceranno e ci lasceranno senza parole. Tra questi ci sarà Milos, interpretato da Antonio D’Aquino, che abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare, scoprendo in lui un giovane talentuoso e capace di maturare anno dopo anno, come solo un vero Artista (sì, con la A maiuscola) sa fare. Antonio ci ha regalato un ritratto di sé ma anche del suo personaggio, che lui ama ed è orgoglioso di interpretare. E questo amore lo ha trasmesso anche a noi, sin dalla prima stagione, facendoci sperare – puntata dopo puntata – che Milos uscisse allo scoperto e facesse qualcosa di talmente forte da farci dire “WOW”. E nelle nuove puntate lo fa, eccome se lo fa.
Chi ha già visto i primi sei episodi di Mare Fuori su RaiPlay capirà subito a cosa ci stiamo riferendo mentre chi aspetta di vederle su Rai2, il 26 marzo 2025, sarà sicuramente incuriosito di sapere cosa accadrà. Non vogliamo rovinare la sorpresa a nessuno e vi lasciamo godere di questo nostro incontro, un’intervista anzi una chiacchierata con chi sa raccontarsi con un’umiltà disarmante e che vorremmo vedere più spesso. Grazie Antonio!
Chi è Antonio D’Aquino, Milos in Mare Fuori?
Ciao Antonio e grazie di essere qui con noi. Vorremmo lasciarti la parola e farti raccontare chi sei… insomma, chi è Antonio
Sono un ragazzo pieno di sogni, pieno di ambizioni, pronto a qualsiasi cosa. Sono cresciuto in un quartiere popolare di Castellamare di Stabia, dove sognare era difficile e dove dovevi essere curioso e imparare tutto da solo. Questo mi ha fatto crescere molto e in fretta, mi ha fatto andare a lavorare molto presto; non ho avuto subito il desiderio di diventare attore. Ho fatto mille lavori prima di arrivare al mio sogno effettivo. A 18 anni sono andato a lavorare con mio padre in un cantiere navale per un anno e mezzo. È un lavoro molto sacrificato, che ti porta a stare lontano dalla famiglia, lontano dagli amici, lontano dalle persone che ti vogliono bene, e questa cosa la senti, la senti addosso. Mi portava comunque soddisfazioni; i lavori manuali mi hanno sempre dato gratificazioni ma non mi portava a pensare a un futuro migliore. Mio padre se n’è accorto e mi ha spinto a fare quello che mi piaceva, almeno a provarci. Non smetterò mai di ringraziarlo perché mi ha dato la spinta giusta per dire “va bene dai, proviamoci, almeno non avrò il rimorso di non sapere come sarebbe andata”.
E come hai cominciato?
Ho passato qualche mese nella scuola di recitazione di Castellammare, una scuola piccola, la Ribalta e non conoscevo nulla del mondo della recitazione. Ero abituato ai miei sketch teatrali a casa la domenica a pranzo, durante i quali mi mettevo a interpretare Siani, Vincenzo Salemme, Edoardo De Filippo. Volevo far divertire e sorridere la mia famiglia; per me era la mia gioia più grande. Dopo cinque mesi di scuola ho lasciato perché, per mia ignoranza – ti dico la verità - non riuscivo a capire le cose che mi facevano fare. Io credevo che mi avrebbero dato subito un copione, che mi sarei messo a studiare il personaggio, a capire come interpretarlo e a come farlo muovere nella scena. E invece, all'inizio, ti fanno capire come usare il diaframma, ti fanno studiare la respirazione e ti fanno capire cosa c’è dietro la telecamera, cose che io non sapevo e che mi hanno portato a dire “ma che cavolo mi stanno facendo fare? Ma è questo quello che veramente credevo di fare? Era quello che volevo?”. E quindi per una questione economica e per il fatto che allora proprio non capivo bene cosa dovessi fare, ho abbandonato e sono ritornato a lavorare con mio padre. Ho quasi dimenticato il sogno di fare l'attore ma poi è stato il sogno di venire da me.
Il sogno è arrivato da te ed è arrivato Mare Fuori
Mi hanno chiamato dalla scuola dopo sei mesi che non frequentavo più e mi propongo una parte in Mare Fuori, nel ruolo di Edoardo. Faccio il provino con tanti dubbi, non mi aspettavo nulla, non ero tranquillo, ho detto lo faccio tanto per. Passano dieci giorni e mi richiamano per dirmi che vogliono vedermi di nuovo ma per un ruolo diverso, quello di Milos. Pensa, io avevo una partenza programmata per le Bahamas, per lavoro, il 30 giugno. Il 10 giugno faccio il provino per Edoardo, il 20 mi chiamano per Milos e poco dopo sarei dovuto partire, quindi mi convinco a provarci di nuovo, tanto qualora fosse andata male avevo già un’alternativa pronta ma…
Faccio questo nuovo provino per Milos e in ventiquattro ore mi richiamano e mi invitano in studio per parlare. Io vado, con tanti dubbi, e invece mi fanno i complimenti e mi dicono che sono stato scelto per Milos. Hanno cominciato a spiegarmi tutta la parte burocratica ma non sono riuscito ad ascoltarli, i miei occhi si gonfiarono di lacrime; sono uscito da lì che non avevo capito nulla. Chiamo mia madre, non riuscivo a parlare. Lei aveva già capito tutto e mi dice “vieni a casa e ne parliamo da vicino”.
La Famiglia la grande forza di Antonio D’Aquino
Dopo la telefonata arrivo a casa e trovo tutta la mia famiglia a piangere; trovo mia mamma che mi abbraccia, mi bacia, mi dice mille cose, io non capivo nulla, c'era mio padre al capotavola, non dice una parola, era lì con la sua sigaretta, mi guarda, mi fa avvicinare lui, si alza e mi abbraccia e se ne va. Il fatto di averlo reso orgoglioso è stata una conquista incredibile, sono molto, molto felice e non vedo l'ora di fare ancora tanto, perché la mia famiglia se lo merita. I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici per non farmi mancare nulla, né a me né alle mie sorelle e non posso essere più orgoglioso di così. Ho una famiglia semplicissima, padre operaio, mamma casalinga e renderli orgogliosi dopo i sacrifici che hanno fatto per noi, è la mia vittoria più grande. È quello che voglio, voglio vederli felici.
Mare Fuori: Antonio D’Aquino orgoglioso di interpretare Milos
L'avventura di Mare Fuori comincia e tu cominci a interpretare anzi a conoscere Milos. Cosa pensi di questo personaggio?
Sono orgoglioso di interpretare Milos perché è riuscito a mostrare un po' di umanità in un ambiente dove la violenza è sovrana, dove vedi negli occhi dei ragazzi – e noi siamo andati a incontrare i giovani di Nisida - un vuoto. Mi ha reso felice interpretare un personaggio del genere perché lui è entrato in carcere per salvare un'amica, una persona che gli ha dato tutto, gli ha dato una seconda vita. E sapeva che comunque Luna all'interno delle carceri avrebbe incontrato molte difficoltà anche per la questione di essere un trans; sapeva che in un carcere, una realtà molto chiusa, la sua natura sarebbe stata difficile da comprendere. Lui ha vissuto da solo, per strada, abbandonato dalla famiglia nel momento in cui ha scoperto che lui è gay. In Luna ha trovato una seconda mamma, che gli ha mostrato come in realtà si dovesse vivere. E lui di momenti brutti e di trascorsi non facili ne ha avuti molti. Per Luna si è sacrificato, e un sacrificio del genere fa capire quanto valore ha Milos. Sono fierissimo del mio personaggio, soprattutto per l’evoluzione che ha avuto – lo abbiamo visto e lo vedremo sempre di più in Mare Fuori 5, NdR – raggiunta anche per la mia determinazione a farlo crescere, a far crescere me. Ho scritto alcune mie battute, proponevo ai registi di dargli più voce e arrivati alla quinta stagione ti dico ce l'abbiamo fatta!
Che cos'è per te Mare Fuori?
È una possibilità di rinascere. Mare Fuori rappresenta una seconda chance per chiunque, perché tutti se la meritano, siamo umani, si può sbagliare soprattutto quando si è ragazzi e quando non è nemmeno colpa tua ma degli adulti. Io credo che se ci si ritrova in questa mentalità – quella criminale NdR - è sempre colpa degli adulti. I giovani guardano i comportamenti di chi per loro è un mentore che può essere un genitore ma anche un insegnante; se sono in primis loro a dargli gli insegnamenti sbagliati come possono crescere? Come possono vedere come veramente funziona la vita, com'è bella? Per questo finiscono per buttarla, per sprecarla, senza nemmeno esserne consapevoli perché non conoscono altro. Poi quello che ha lasciato a me Mare Fuori, è la voglia di fare del bene, la voglia di non mollare mai.
E Milos, che è mosso dall’amore, in questa stagione ci lascerà senza parole.
L'unica cosa che ha reso Milos libero è l'amore con Cucciolo. E sì, nella quinta stagione si ritrova a fare una cosa un po' estrema, ma finalmente fa qualcosa per lui. Cosa che non ha mai fatto. In quattro stagioni abbiamo sempre visto Milos circondato e condizionato da personaggi molto più forti di lui caratterialmente. E lui si faceva trasportare da quello che lo circondava, un po' per mascherare il suo vero essere e un po' perché si è sempre sentito solo. Appoggiandosi a un personaggio come Edoardo, Luna o comunque a chi lo circondava, lo faceva sentire protetto. Quando è riuscito ad aprirsi con Cucciolo, si è sentito libero e ha capito veramente cosa significa vivere. E nel momento in cui l'ha capito non lo ha voluto perdere. Fa un gesto estremo, ma lo fa per la sua libertà. E come biasimarlo, per lui è l’unica soluzione. Non condivido le sue azioni, ma le capisco. Finalmente fa quello che voleva ed è un qualcosa che poi lo porterà a stare con le spalle al muro ma lui non avrà più paura delle conseguenze e di quello che accadrà. Ormai non avrà nulla più da perdere.
Interpretare un personaggio omosessuale ti ha creato qualche difficoltà?
Viviamo in una società che finge di essersi aperta all'omosessualità e invece è sempre un tabù. Per quanto possiamo credere che sia il contrario, non è così. Io l’ho capito sulla mia pelle nella terza stagione. Mi sono arrivati dei messaggi da persone che non hanno apprezzato il fatto che Milos fosse omosessuale. I primi che ho ricevuto mi hanno fatto chiudere la bolla ma per fortuna c'erano la mia compagna e la mia famiglia vicine anche se se quando mi parlavano io, inizialmente, non riuscivo ad ascoltare. Io leggevo i messaggi e pensavo che qualcosa di terribile stava accadendo. Poi sono uscito da questa bolla e mi sono sentito male per le persone che tutti i giorni vengono discriminate per la loro natura. Ma, come ho già detto, non è colpa dei ragazzi ma dell’educazione che hanno ricevuto dagli adulti. La diversità è una delle cose più belle e non c’è nulla di sbagliato in essa. Nella quarta stagione ho poi avuto una rivincita. Ho ricevuto messaggi da persone che sono omosessuali e hanno vissuto quello che ha vissuto Milos. E grazie alla storia di Milos sono anche io riuscito ad uscire un po' allo scoperto. E questo per me è stata una vittoria.
Mare Fuori: Antonio D’Aquino e i sogni per il suo futuro
Quali sono i progetti futuri di Antonio? Quali sono i tuoi sogni?
Sogno semplicemente di essere felice, di crearmi una famiglia, di stare insieme a loro, di essere amato e di amare. Certo c'è l'ambizione di diventare un grandissimo attore, questo non lo nascondo, ma il mio desiderio più grande è quello di essere in famiglia, avere l'amore dei miei figli, avere una casa e poter vivere tutto questo con tutto me stesso. Desidero affrontare le difficoltà, perché arriveranno, con maturità e con una persona accanto che mi ami. A volte le persone vanno a cercare qualcosa di più e perdono la voglia di godersi le cose della vita, anche quelle più semplici. Si pongono un obiettivo senza godersi il viaggio. Io voglio emozionarmi nel viaggio, nel raggiungere quell'obiettivo. Per me non è importante tanto l’obiettivo quanto come io l'ho raggiunto
Qual è il messaggio che vuoi dare ai nostri lettori?
Voglio dire che la diversità è bella e permette di scoprire i colori nelle persone. Ed è di quello che ci innamoriamo, non delle cose che ci accomunano, quelle si possono fare anche da soli. Io ho bisogno di persone che mi fanno vedere cose nuove, che mi fanno stare con la bocca aperta per quello che fanno, per quello che dicono, per il loro modo di esprimersi.
Foto credit: Imma Petricciuoli