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Mare Fuori 5, Clotilde Esposito ci presenta la nuova stagione, cruda e dark, e la sua Silvia, malinconica e senza futuro

Nella quinta stagione di Mare Fuori, che arriva su Rai 1 il 26 marzo, un grosso peso avrà il personaggio di Silvia Scacco, tornata nell'IPM con l'accusa di omicidio. Di lei e di cosa aspettarci dai nuovi episodi abbiamo parlato con Clotilde Esposito, che la interpreta fin dalla prima stagione.

Mare Fuori 5, Clotilde Esposito ci presenta la nuova stagione, cruda e dark, e la sua Silvia, malinconica e senza futuro

Quando Mare Fuori ha cambiato la storia delle serie televisive italiane, conquistando ogni fascia di pubblico con la sua narrazione epica mescolata al realismo sociale, tra i personaggi dell'immaginario Istituto Penale per Minorenni di Napoli che faceva da sfondo alla vicenda c'era anche Silvia Scacco, una bella ragazza bruna a cui era stato insegnato che una donna sensuale e seduttiva può arrivare dappertutto. Mentre la prima stagione lasciava posto alla seconda, poi alla terza e infine alla quarta, Silvia ha continuato a sognare una vita agiata accanto a un uomo capace di prendersi cura di lei.
In Mare Fuori 4 ha pensato di trovarlo nell'avvocato Alfredo D'Angelo, che però, oltre ad essere sposato, collaborava con il clan dei Ricci e ha fatto una brutta fine. È a causa sua se Silvia è tornata all'IPM, perché tutti pensano che sia stata lei ad ucciderlo, e il ragazzo con cui era quella notte, che potrebbe scagionarla e che è arrivato da poco nel carcere minorile, fa finta di non conoscerla.

All'inizio della quinta stagione di Mare Fuori, di cui abbiamo visto i primi due episodi, Silvia è un animale in gabbia, e la dolcezza che fino a questo momento l'ha resa per molte detenute un'amica sincera e protettiva ha lasciato il posto alla delusione e alla totale mancanza di speranza. Il personaggio quest'anno avrà un ruolo importante, e della sua evoluzione abbiamo parlato con Clotilde Esposito che lo interpreta.
Napoletana come una buona parte del cast, Clotilde ha studiato cinema, teatro e danza, ma ha cominciato dal teatro. Si è laureata in Giurisprudenza e vorrebbe prima o poi tornare sulle tavole del palcoscenico. Intanto però, nei panni appunto di Silvia, divide la cella con Rosa Ricci, e la sera, da dietro le sbarre, guarda la Luna che si riflette sull'acqua.
"Nella quinta stagione ho trovato il personaggio di Silvia molto interessante" - ci spiega l’attrice - "perché ho scoperto dei lati nuovi, a cominciare dalla depressione che si fa strada in lei. Silvia si sente oppressa da ciò che le sta accadendo, ma trova la forza di continuare a lottare. Per me è stato molto appassionante ma anche complesso affrontare questo cambiamento, e ammetto che all'inizio avevo anche un po’ paura, perché durante tutta la stagione non c'è un attimo di respiro per il mio personaggio. Si susseguono infatti diversi eventi drammatici che prosciugano Silvia, che in sostanza è una ragazza abbandonata a se stessa. A starle accanto ci sarà soltanto Lino, che però è un personaggio altrettanto solo. Anche il rapporto che Silvia ha con Rosa diventerà più fragile, perché sia Rosa che Silvia si troveranno a vivere giorni particolarmente tristi, e quindi non riusciranno quasi a comunicare. Quello che in sostanza verrà a mancare a Silvia è la capacità di interagire con gli altri, perché quando fai esperienza di qualcosa di molto drammatico, finisci quasi per oscurarti. Sul set ho cercato di esprimere questo senso di vuoto e di paura, oltre che di profonda malinconia, una malinconia che per Silvia nasce dalla consapevolezza che, essendo accusata di omicidio, lei futuro non ce l'ha".

Come hai affrontato questa nuova Silvia disperata?

Ho lavorato molto sulla rabbia del personaggio ed è stato un percorso molto interessante, anche perché Silvia nella quarta stagione è più tenera, e lo è perfino nei confronti di Angelo, nonostante lui non confessi. In questa stagione, invece, ha un approccio molto più diretto e a volte sembra quasi folle, tanto che lo spettatore certamente si domanderà: "Ma è uscita completamente pazza?". Comunque ho cercato di trovare un equilibrio, e quindi la rabbia di Silvia è diventata una rabbia ragionata: c'è una parte di istinto ma c'è anche una parte di ragione.

Se tu dovessi descrivere in poche parole la quinta stagione di Mare Fuori in termini di atmosfera e di temi, cosa diresti?

Una tematica che ricorre in ogni stagione è la crescita di tutti i personaggi. Siamo arrivati a un punto in cui in un modo o in un altro si cresce. Sicuramente c'è un ritorno dell'elemento dark, perché il nuovo regista Ludovico Di Martino ha recuperato questa componente che un po’ si era persa, quindi il tema dell'IPM in generale, o meglio di come si vive all'interno dell'IPM, viene trattato in maniera più cruda e realistica, forse più vera. Però, facendo un recap di tutti i personaggi, si può dire che ognuno acquista consapevolezza di ciò che sarà la sua vita nel bene e nel male, perché poi non tutti scelgono di prendere la strada giusta.

Alla fine della quarta stagione ci siamo congedati da personaggi importanti, a cominciare da Carmine, interpretato da Massimiliano Caiazzo, e da Edoardo, a cui ha prestato il volto Matteo Paolillo. Immagino che ti sia venuta un po’ di tristezza a salutarli e che non sia stato semplice non ritrovarli nella quinta stagione…

Naturalmente ho sentito la loro mancanza, ma lavorare senza di loro non è stato troppo difficile perché eravamo già allenati, nel senso che c'è sempre stato un viavai di gente, di personaggi che uscivano ed entravano. Inizialmente è un pensiero che ti fa paura, perché pensi: chissà come mi troverò a fare scene magari molto intense con qualcuno che non conosco. In realtà è sempre semplice, perché si entra subito nel mood. Io non ho mai avuto nessun tipo di problema, neanche con gli ultimi personaggi che sono entrati, ad esempio Luca Varone che interpreta Angelo. Sul set di questa serie mi sono sempre sentita capita, ascoltata. Prima di girare abbiamo sempre parlato molto, e per noi attori è fondamentale, in particolare con questo caos di gente che arriva e che parte. Stando così le cose, la regia è molto importante, perché dà una forma a tutto, e sia Ivan Silvestrini che Ludovico Di Martino in questo sono stati eccezionali.

La cosa bella di voi attori di Mare Fuori è che il successo non vi ha dato alla testa…

Devo dire che siamo rimasti quelli che eravamo, e non era certamente scontato che accadesse. Sul set noi siamo un gruppo, e una cosa che sappiamo fare tutti, dai più piccoli ai più grandi, è ascoltare e rispettare l'altro. Giriamo per molte settimane e tutti i giorni siamo all'IPM, dove si crea una specie di magia: entriamo in quelle celle, diventiamo i nostri personaggi e restituiamo una verità incredibile. Io stessa a volte mi meraviglio di ciò che siamo capaci di far uscire fuori, poi è chiaro che ci sono rapporti più stretti e meno stretti, però devo dire che lavorativamente mi sono trovata sempre a mio agio con l'intero cast, e quindi riesco a concentrarmi nel modo giusto, e anche a divertirmi.

La grande protagonista di Mare Fuori è Napoli, che da qualche anno è diventata un importantissimo polo culturale grazie al lavoro instancabile della Campania Film Commission. Che rapporto hai con la tua città?

Questa domanda mi emoziona, soprattutto perché ripenso un po’ al passato. Sono stata un'adolescente che non amava la sua città, che voleva andare via, che non l’apprezzava, non la capiva. Continuavo a dire: "Qui non funziona niente". Negli ultimi anni, invece, ho scoperto di avere un legame fortissimo con Napoli, come se avessi cominciato a sentire le radici che mi attaccano a questa terra. Quando parto, mi piace stare via, però non vedo l'ora di tornare perché come sto qua non sto in nessun altro posto. Alla fine è una questione di sentimenti. Il fatto che Napoli stia veramente uscendo fuori a livello artistico mi rende profondamente orgogliosa e sono felicissima anche di come si sta parlando di Napoli e del modo in cui la città sta rifiorendo. Diciamo che era rimasta un po’ in sordina e che questa serie ha contribuito a darle la luce che meritava.

A Silvia hanno insegnato a essere seduttiva a tutti i costi, e quindi per lei apparire bella è una sorta di dovere. Silvia deve confrontarsi costantemente con il giudizio altrui e la stessa cosa capita a te, visto che sei un'attrice. Che rapporto hai con il tuo aspetto fisico e con il giudizio delle altre persone?

Per il lavoro che faccio è chiaro che mi interessa conoscere il parere degli altri, chiunque essi siano. Voglio capire che cosa arriva al pubblico, però il giudizio degli altri, che può anche essere cattivo, non mi condiziona. Credo che dipenda dal mio carattere. Penso di essere abbastanza centrata su quello che sono e su quello che credo di essere, e ciò mi rende abbastanza serena. La storia di Silvia mi ha spinto a pensare molto, perché il fatto di avere sempre a che fare con gli uomini alla fine è diventato un peso per lei. A un certo punto la vediamo stanca e forse, nonostante la mentalità che le è stata inculcata, percepiamo in lei la voglia di altro, e per questo prima parlavo di crescita. Tornando alla bellezza, tutto quello che faccio lo faccio per me stessa, poi è ovvio che mi interessa arrivare agli altri come mi percepisco io, nel senso che se io mi sento bella, mi piace che gli altri mi vedano così. Faccio un lavoro particolare, che mi porta ad essere costantemente sotto i riflettori, però grazie a Dio non mi lascio influenzare. Quando fai parte di un progetto importante come Mare Fuori, chiunque si prende la briga di dire quello che vuole, e allora devi essere pronto ad accettare il bello e il cattivo. Per fortuna io ci sono sempre riuscita.

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