Gerri: dal 5 maggio su Rai 1 la serie crime con Giulio Beranek ispettore malinconico e sexy
Comincerà il 5 maggio la serie con Giulio Beranek Gerri, tratta dai romanzi di Giorgia Lepore. L'appuntamento è su Rai 1 in prima serata con quattro puntate, una ogni settimana. La regia è di Giuseppe Bonito e nel cast c'è anche Valentina Romani.

Partirà il 5 maggio in prima serata su Rai 1 una nuova serie con protagonista Giulio Beranek intitolata Gerri. Prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction, è diretta da Giuseppe Bonito e suddivisa in quattro serate o puntate. A scrivere la sceneggiatura sono state Donatella Diamante e Sofia Assirelli, che hanno preso ispirazione dalla serie di romanzi di Giorgia Lepore e che hanno definito l'ispettore rom Gregorio Esposito detto Gerri "un uomo che ha costantemente l'aria di qualcuno capitato nella storia sbagliata". Del personaggio le sceneggiatrici hanno amato il lato di tombeur des femmes, i casi che affronta e che riguardano prevalentemente persone fragili come i bambini o ragazze giovanissime e il suo istinto confusionario e libertario.
Chi è Gregorio Esposito detto Gerri
Gerri è certamente un uomo dalle molteplici sfaccettature e complessità. Ecco come ci viene presentato nelle note di produzione del film:
Trentacinque anni, occhi profondi e aria sfuggente, Gregorio Esposito detto Gerri è un ispettore di origine rom che risolve casi sotto il sole della Puglia. Gerri esercita un grande fascino sulle donne da cui è a sua volta costantemente attratto, ma è anche un uomo inquieto con un passato doloroso ancora da elaborare e che non riesce a legarsi sentimentalmente a nessuna. Forse è anche per questo che, quando si occupa delle indagini e di casi particolarmente delicati, lo fa sempre gettandovisi a capofitto e perdendo quel distacco necessario nella sua professione. Finisce così, puntualmente, per scatenare le ire del capo della Mobile Santeramo e le invidie del collega Calandrini. In Questura, però, c'è anche chi fa il tifo per lui: uno su tutti, Alfredo Marinetti, suo diretto superiore, che ormai lo considera come un figlio e lo invita ogni domenica a pranzo a casa sua, insieme alla moglie Claudia. La viceispettrice Lea Coen, romana da poco trasferitasi in terra pugliese, sembra invece essere l'unica donna a non voler avere nulla a che fare con Esposito, intuendo che è un uomo ancora profondamente irrisolto.
Accanto a Giulio Beranek, nella serie recitano: Valentina Romani, Fabrizio Ferracane, Roberta Caronia, Irene Ferri, Lorenzo Adorni, Lorenzo Aloi, Cristina Pellegrino, Tony Laudadio e Cristina Cappelli. Da segnalare anche la partecipazione di Carlotta Natoli e Massimo Wertmüller.
Il regista Giuseppe Bonito dice la sua su Gerri
Giuseppe Bonito non ha mai avuto dubbi sull'attore a cui avrebbe affidato il ruolo di Gerri: Giulio Beranek, che in passato si è diviso tra cinema e televisione. Sul grande schermo lo ricordiamo nel suo folgorante esordio Marpiccolo, mentre al momento è nelle nostre sale in Muori di lei di Stefano Sardo. In tv l'abbiamo visto in Distretto di polizia, ne Il Cacciatore e in Christian e Briganti. Il regista ha costruito Gerri insieme a Beranek, rendendolo malinconico e sexy. La serie lo attirava perché affronta temi a lui sempre cari: i legami problematici tra genitori e figli, il bisogno degli altri, la ricerca delle proprie radici, la conoscenza e l'accettazione di sé. Bonito ha sempre pensato alla serie Gerri come a un romanzo di formazione:
La voragine affettiva che Gerri ha vissuto da bambino continua a viverla anche da adulto e la stessa domanda che lo tormentava da bambino lo tormenta anche da adulto: "Perché?". Quel "Perché?" è il carburante narrativo della nostra serie. Gerri adulto non ha ancora lasciato andare Gerri bambino, sa che deve trovare una risposta a quel "Perché?", anche se dolorosa. Lo deve a quel bambino.
Giuseppe Bonito ha inoltre cercato di mescolare diversi toni e generi, facendo coesistere un certo carattere blues con l'ironia e la commedia, un realismo crudo e il sentimento:
Da un punto di vista registico ho impostato la serie in una sorta di equilibrio costante e dinamico tra la dimensione molto oggettiva e proiettiva di Gerri e la dimensione del grande racconto corale. La forma, il tono e lo stile nascono da questo continuo passaggio da una narrazione intima, soggettiva, a tratti visionaria, in cui predomina lo sguardo di Gerri sulle cose e in cui i movimenti della macchina da presa assumono un ruolo decisivo, a una narrazione corale in cui Gerri è innanzitutto una serie "di recitazione".