Brennero, pronta al debutto su Rai1 la nuova serie: "È un'indagine del passato che ci aiuta a capire il presente"
La ricerca di un serial killer nella nuova serie Brennero va in onda in quattro puntate, a partire da lunedì 16 settembre. I protagonisti sono Elena Radonicich e Matteo Martari, la regia è di Davide Marengo e Giuseppe Bonito.
Preparatevi per la nuova serie TV, o fiction se preferite, che andrà a partire da lunedì 16 settembre su Rai1 in prima serata. Si intitola Brennero e racconta una storia che si ispira alla cosiddetta "Notte dei fuochi" del 1961, quando alcuni terroristi tirolesi diedero il via a una serie di attentati per ottenere la riannessione della regione italiana del Südtirol al Tirolo austriaco.
Le vicende si sviluppano su 8 episodi (disponibili su RaiPlay in streaming dopo il passaggio TV) che, come solitamente accade, la Rai manda in onda due per volta per un totale di quattro puntate. I protagonisti sono Elena Radonicich e Matteo Martari che interpretano Eva Kofler e Paolo Costa, rispettivamente, una PM originaria di una facoltosa famiglia di lingua tedesca e un ispettore di lingua e cultura italiana con un passato difficile. Del cast fanno parte anche Richard Sammel, Lavinia Longhi, Luka Zunic, Sinead Thornhill e Paolo Briguglia. Con la regia di Davide Marengo e Giuseppe Bonito, Brennero è una co-produzione tra Rai Fiction e Cross Productions che ha avuto il sostegno di IDM-Film Commission Südtirol.
Brennero: Elena Radonicich e Matteo Martari parlano della serie
La serie è stata presentata ai giornalisti con una conferenza stampa presso la sede Rai di Viale Mazzini. Matteo Martari ha spiegato che per lui "interpretare personaggi con quel tipo di carattere è sempre molto affascinante, c’è una sottile linea tra passione, ossessione e realtà. Abbiamo cercato di far uscire dei lati del suo carattere come la sensibilità, oltre alla tigna, e una sorta di ironia che hanno sia Paolo che Eva. Loro sono curiosi di conoscersi e hanno voglia di scoprirsi". A proposito di uno dei temi della serie, rispetto alla a volte poca tolleranza che intercorre tra gli italiani dell'Alto Adige e gli italiani del centro-sud, Martari dice che trova "assurdo che ci sia ancora il razzismo e l’idea che esistano dei confini, dei confini mentali di questo tipo, è un aspetto che mi preoccupa molto".
Elena Radonicich ha raccontato l'approccio al suo personaggio. "Ho immaginato insieme a Davide e Giuseppe che Eva fosse un po’ sconosciuta a se stessa e che per delle vicissitudini che non spoilero si fosse instradata sul binario del soddisfare le aspettative degli altri, in primis di suo padre. Questo personaggio ha una grande occasione per autodeterminarsi e lo fa scorgendo nell’ispettore Paolo Costa la possibilità di essere compresa al di là delle apparenze" spiega l'attrice. "Eva vive su di sé lo stesso pregiudizio perchè è la figlia del procuratore capo, invece dentro nasconde un fuoco che non sa di avere e per farlo uscire deve togliersi di dosso delle zavorre e scoprire chi è. E’ stato l’aspetto più bello da affrontare. L’incontro con Richard Sammel è stato meraviglioso. Eva ha un processo di crescita un po’ tardivo, ha 35 anni eppure non è ancora grande. Il rapporto tra lei e il padre crea il presupposto dell’emancipazione dai genitori, riuscire a staccarsi determinandosi ma senza odio e mi sembra uno dei principi di questa serie, l’idea di essere se stessi e accettare l’altro nella sua diversità".
Assente Davide Marengo perché impegnato su un set, è Giuseppe Bonito a spiegare come i registi abbiano immaginato di portare sullo schermo questa storia. “La serie racconta un’indagine di polizia, ma Eva e Paolo rappresentano innanzitutto queste due anime che hanno necessità di incontrarsi. È sempre molto simbiotico il rapporto tra i luoghi e i personaggi. Il passato ha un peso fortissimo nel presente dei protagonisti che hanno la necessità di ristabilire una verità per dare un senso all’oggi e a quello che è accaduto". Il regista racconta che i due persoanggi hanno un dolore molto forte che si portano dentro. "Lavorando insieme imparano ad aiutarsi a vicenda. Brennero racconta una storia che si sviluppa nel tempo. Volevamo che questa serie fosse una riflessione sul confine e sulle relazioni e ci intrigava farlo da un punto di vista diverso, in una terra che sembra un Paradiso ma che si porta dietro una storia di sofferenza, di annessione, di guerra e conflitti”.
Brennero: la trama della serie Rai
Siamo ai giorni nostri, in Italia, a Bolzano. Eppure, chi vi arriva per la prima volta, è convinto di trovarsi in Germania. I cartelli per strada sono scritti in tedesco, se si chiede un’informazione in italiano alcune persone non capiscono, serve addirittura superare un esame di lingua tedesca per accedere alle cariche pubbliche. Gli stessi cittadini sono spaccati in due: da un lato i tedeschi, precisi, rigorosi e benestanti; dall’altro gli italiani, chiassosi e calorosi. In questo contesto, una PM appartenente a una facoltosa famiglia di lingua tedesca e un ispettore di lingua italiana con un passato difficile sono costretti a lavorare insieme al caso di un serial killer. Il ritrovamento di un cadavere costringe infatti Eva Kofler, una giovane e rampante PM di cultura tedesca, a lavorare fianco a fianco con Paolo Costa, un ispettore di origini italiane.
Entrambi sembrano inizialmente rappresentare lo stereotipo della propria cultura: austera, fredda e razionale lei; affascinante, spaccone e avventato lui. Ma, superando le reciproche diffidenze e facendo squadra, Eva Kofler e Paolo Costa daranno la caccia allo spietato assassino, tornato a colpire dopo anni, riaprendo le ferite e le tensioni culturali che hanno segnato per decenni la città di Bolzano. Nel corso delle indagini, Eva e Paolo si scopriranno diversi da quello che pensavano di essere, diventando una solidissima coppia investigativa mentre danno la caccia al "Mostro di Bolzano", lo spietato serial killer che si è macchiato di sei omicidi, tutte persone di lingua tedesca, colpevoli (secondo lui) di aver trattato gli italiani come inferiori.
Proprio nel tentativo di catturare il Mostro, tre anni prima, Paolo aveva perso la gamba destra e anche la sua compagna e collega Giovanna. Per lui, catturare il Mostro - cosa che non è riuscita a suo tempo al brillante procuratore capo Gerhard Kofler, padre di Eva - è quindi una vera e propria ossessione. Anche Eva, del resto, ha un’ossessione che però non ha niente a che fare con il caso del Mostro: porta il nome di Mathilde, una giovane pittrice alla quale Eva è molto affezionata. Eva e Paolo affronteranno insieme il pericoloso caso del Mostro (interpretato da Paolo Briguglia), superando le reciproche ossessioni e guarendo da quelle che sembravano delle insanabili ferite interiori.