Nel luglio del 1939 la giovane Jeanne sposa Louis. Il loro matrimonio si svolge contemporaneamente a quello di Marc, fratello di Louis, con Hélène, sorella di Jeanne. Con lo scoppio della guerra, Louis parte per il fronte e Jeanne decide di fare l'infermiera volontaria a Nancy, occupata dall'esercito tedesco. Quando Henri, uno dei compagni di Louis, arriva da Jeanne per portarle la notizia che il marito è stato catturato e rinchiuso in un campo di prigionia, lei rimane colpita da quest'uomo e va a vivere con lui, fino al giorno in cui, alla fine della guerra, Louis fa ritorno a casa. La coppia si trasferisce a Berlino, in casa di Andrèas, un vecchio attore disgustato dall'occupazione alleata della sua città. Qui Jeanne, che è rimasta incinta, dà alla luce Antoine e giura a Louis che si tratta di suo figlio. L'arrivo di Mathias, il giovane figlio di Andrèas, però, sconvolge la vita di Jeanne. Il ragazzo si innamora di lei e glielo confessa, ma lei riesce a resistere al suo fascino. Intanto Louis, ricevuto un ordine di trasferimento per l'Indocina, parte mentre Jeanne torna a Nancy. Quando Mathias va a raggiungerla, tra i due scoppia una violenta passione. Jeanne sta per abbandonare ogni cosa e seguirlo, ma i parenti di Louis la convincono a restare. Venti mesi dopo, Louis torna a Parigi, ma deve trasferirsi in Siria, dove è stato nominato addetto militare. Questa volta Jeanne decide di seguirlo, ma la noia della vita quotidiana la spinge a scrivere a Mathias. Il ragazzo la raggiunge ancora una volta e, durante una lite tra lui e Louis, Jeanne colpisce il marito con una pietra. Scampato per poco al rimanere paralizzato, Louis la lascia. Jeanne sfrutta ogni pretesto per vedere Mathias e un giorno, per trascorrere del tempo con lui, perde di vista suo figlio che le viene riconsegnato dalla polizia. Anche Mathias però la lascia, convinto ormai che quella donna non gli apparterrà mai e a Jeanne non resta che cercare di nuovo Louis per tornare al suo fianco. Partirà con lui per l'Algeria, ma non dimenticherà...
"Nello svariare degli sfondi tra guerra e dopoguerra e nel trascorrere di decenni che curiosamente lasciano i protagonisti pressoché immutati, il film rischia di ricordare certi romanzoni di Claude Lelouch; ma il regista preferirebbe certo venir paragonato al campionissimo del 'Melò' Douglas Sirk, di cui ci fa vedere Rock Hudson in 'Inno di battaglia' e Dorothy Malone in 'Come le foglie al vento'. La stampa rosa d'Oltralpe ha inzuppato il pane nei tira e molla sentimentali di Emmanuelle Béart e Daniel Auteuil, che uniti nella vita si sono separati alla fine del film, lasciando il dubbio se è la realtà che imita l'arte o viceversa. Dell'interpretazione di lei, bella ma tutt'altro che simpatica, si salva pochino; di quella di lui, mesto e rassegnato, emerge l'apprezzabile scienza della mezza tinta, nella frustrata convinzione di partecipare a un film più riuscito." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 28 novembre 1995)."Vincitore dell'Oscar per 'Indocina' (che comunque era un polpettone), Wargnier ha innegabili doti visive. Sa sfruttare lo spazio, valorizzare una divisa o la bellezza della primattrice: se aspira a diventare il nuovo maestro del melodramma, però (sembrerebbero suggerirlo le due citazioni di brani da film di Douglas Sirk, 'Inno di battaglia' e 'Come le foglie al vento') non gli basterà il romanzesco: dovrà metterci della passione anche lui. Così com'è 'Una donna francese' non sfrutta appieno gli attori, che pure sono scelti bene. Béart ha tutto quel che serve per fare uno di quei personaggi di donne troppo amate, e che amano troppo, da sempre nerbo della letteratura romantica; l'austriaco Gabriel Barylli è un amante dotato di fascino e sensibilità. è molto bravo Daniel Auteuil (al suo quarto film a fianco di Emmanuelle Béart, da cui - nella vita - si è appena separato) nel rendere assieme la sofferenza e la rigidità del suo 'carattere' di militare." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 24 novembre 1995)."Ha sbagliato su tutta la linea. Nella scelta degli attori, intanto. Gabriel Barylli (di origine parmense?), l'amante tedesco, è bruttarello, mencio, goffo. Dovrebbe essere per lui che Jeanne muore d'amore? Riuscire a far recitare male e sopra le righe Daniel Auteuil che bello non è mai stato né fascinoso, ma attore intenso e misurato sicuramente, è un bel record. Ma dove il film frana - per non dire dell'ambientazione rabberciata e approssimativa, quando non è turistica, di una costumista inetta, della piattezza stilistica, delle scolorite figure di contorno - è proprio in Emmanuelle Béart, sconsideratamente voltata in biondo a immagine e somiglianza della Deneuve, che soccombe a un parsonaggio scritto male e diretto peggio, persino malvestita. Una donna francese è un film che espone i suoi difetti come bandiere alle finestre." (Morando Morandini, 'Il Giorno' 3 dicembre 1995)
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1995.
Attore | Ruolo |
---|---|
Emmanuelle Béart | Jeanne |
Daniel Auteuil | Louis |
Gabriel Barylli | Mathias Behrens |
Jean-Claude Brialy | Arnoult |
Geneviève Casile | Solange |
Michel Etcheverry | Charles |
Laurence Masliah | Helene |
Jean-Noël Brouté | Marc |
Isabelle Guiard | Mathilde |
François Caron | Andre |
Maria Fitzi | Liseul |
Samuel Le Bihan | Henri |
Heinz Bennent | Andreas |