"Carlo Barsotti, regista e autore della sceneggiatura, tenta di ravvivare un racconto magro, e perciò soggetto a continue ripetizioni, con flash-back e inserti onirici. Non riesce ugualmente a rimpolpare una sostanza povera, a colmare l'assenza di un baricentro, a mettere a fuoco un preciso punto di vista. Qua e là scivola nel clichè dei vizi nazionali: ci mostra gli emigrati italiani felici solo davanti a un piatto di pasta e fra loro divisi dalle rispettive regionalità (il milanese bacchettone, il maremmano burlone, il genovese sagace). Dei due amici toscani, uno sceglie di invecchiare in Svezia, l'altro fa ritorno e mette su famiglia: il primo, interpretato da Gianluca Favilla, resta il personaggio più credibile mentre manca di stile Paolo Migone, comico livornese emergente, nel ruolo del giovane ingenuo e stralunato, carattere che sembra preso a prestito dal primo Nuti, quello degli sketch surreal-demenziali dei Giancattivi." (Cristina Jandelli, 'La Nazione', 28 Luglio 1992)