Storia di mia Moglie, il film diretto da Ildikó Enyedi, è ambientato negli anni '20 del Novecento e racconta la storia di Jacob Störr (Gijs Naber), il capitano di una nave mercantile, nonché grande lavoratore e uomo rispettato da tutti.
Mentre si trova in un caffè con un suo caro amico, decide di fare una scommessa con quest'ultimo: sposerà la prima donna che entrerà nel bar. Il caso vuole che a varcare la porta sia Lizzy (Léa Seydoux), ed è così che una scherzosa scommessa cambierà per sempre la vita del capitano Störr.
La coppia, infatti, convola a nozze e successivamente va a vivere a Parigi, nonostante Jacob non sappia molto della sua giovane, bellissima, ma misteriosa consorte. Il matrimonio, però, non procede esattamente a gonfie vele, perché Lizzy appare a Jacob sempre più sfuggevole e indipendente e l'uomo inizia a chiedersi se la moglie non gli nasconda qualcosa.
La tranquillità del capitano Störr viene sconvolta dalla ricerca sempre più ossessiva di comprendere una donna sfuggevole, che non si fa dire da nessuno come vivere.
Anche attraverso alcune soluzioni visive affascinanti - su tutte, giocoforza, quelle che hanno come oggetto il mare, le navi e il mondo della navigazione - Storia di mia Moglie racconta dello scontro tra un maschile e un femminile che non sanno intendersi, che si irritano, provocano, ma anche attraggono a vicenda, incapaci di una soluzione stabile.
Racconta di quell'incrocio complicato tra fiducia reciproca, bisogno d'indipendenza, necessità affettive e certezze sentimentali che sta al centro di ogni rapporto.
Parla anche, con qualche piccolo compiacimento di troppo, e con un pessimismo piuttosto sfacciato, delle mille difficoltà e delle tante insensatezze dello stare al mondo.
Tutto è giusto, tutto è misurato, tutto è corretto. Anche troppo. Qualche rischio in più, qualche passione in più, non avrebbero stonato. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
Storia di mia Moglie: leggi la nostra recensione completa del Film.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2021.
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Milán Füst.
La regista ldikó Enyedi ha iniziato la sua carriera come concept e media artist. Ha fatto parte del gruppo artistico Indigo e del Balázs Béla Studio, l'unico studio cinematografico indipendente dell'Europa dell'Est, prima del 1989. Successivamente si è dedicata alla regia e alla sceneggiatura, ha scritto numerosi film e cortometraggi, vincendo più di 50 premi internazionali.
Il suo film My twentieth century (Il mio XX secolo) ha vinto la Camera d'Or al Festival di Cannes nel 1989, è stato scelto come uno dei 12 migliori film ungheresi di tutti i tempi e selezionato tra i 10 migliori film dell'anno dal New York Times
Attore | Ruolo |
---|---|
Léa Seydoux | Lizzy |
Gijs Naber | Jakob Störr |
Louis Garrel | Dedin |
Jasmine Trinca | Viola |
Luna Wedler | Grete |
Romane Bohringer | Mme Lagrange |
Ulrich Matthes | Her Lange |
Simone Coppo | Ridolfi |
Udo Samel | Herr Voss |
Sergio Rubini | Kodor |
Sandor Funtek | Tommy |
Josef Hader | Herr Blume |
Nayef Rashed | Habib |
Ralph Berkin | dottore |
Beniamino Brogi | primo ufficiale |
Károly Hajduk | l'impiegato |