Santa Sangre, film surrealista diretto da Alejandro Jodorowsky, vede protagonista Fenix (Axel Jodorowsky), un tipo alquanto strano che si ritrova nudo seduto su un albero, in catalessi. A un certo punto si avvicinano a lui delle infermiere con del pesce crudo chiedendogli di scendere e, attratto dal piatto, acconsente. Ma perché si trova lì?
Fenix ha trascorso la sua infanzia nel circo di suo padre, Orgo (Guy Stockwell), un lanciatore di coltelli pieno di tatuaggi, molto forte ma allo stesso tempo con degli atteggiamenti effeminati. Il ragazzino passa il suo tempo con una giovane sordomuta che fa il mimo, innamorandosi perdutamente di lei. Nel frattempo il padre decide di fargli incidere una aquila sul petto, credendo che sia questo il passaggio obbligato per diventare adulti. Sua madre, Concha (Blanca Guerra), è un’acrobata e trapezista, che durante le sue esibizioni resta sospesa nell'aria tenendosi solo con i suoi capelli. Anche lei è una donna molto particolare, tanto da osannare una santa senza braccia, il cui sangue è chiamato Santa Sangre ed è custodito in una piscina all'interno di una chiesa, che sta per essere distrutta dalle autorità.
Tutto si complica quando una sera, durante lo spettacolo, Concha vede suo marito uscire dal tendone con la sua amante, la Donna tatuata (Thelma Tixou), che poi è la tutrice della ragazza sordomuta. Così dopo aver chiuso Fenix nella roulotte, decide di andare da Orgo e scatenare tutta la sua ira su di lui…
"Dedicato al culto di una vergine martire dalle braccia mozzate, 'Santa Sangre', girato con ampi movimenti di macchina a Città di Messico ma ambientato in un luogo dell'inconscio, ci riporta nella fantasia macabra di un autore che invecchia, evita la saggezza e fatica a rinnovarsi e, per l'occasione, ha coinvolto nella truculenta vicenda due dei suoi cinque figli. Il film ha naturalmente i suoi momenti di gloria fantastica, soprattutto quando l'humour, seppur nero, riesce a correggere il delirio non stop, ma il talento di Jodorowsky è di quelli che saziano presto, prima della frutta. Battendo la grancassa del subconscio, l'autore fa andata e ritorno dal macabro all'ironico, ma 'Santa Sangre' è come una torta troppo farcita e per cui non si dovrebbero nominare invano i nomi sacri di Fellini e Buñuel. Rimangono sprazzi indovinati, nel curioso rapporto psicosomatico tra madre e figlio, qualche sfarzo scenografico, un po' di musica popolare da ultimo dell'anno, la bella fotografia alata di Daniele Nannuzzi in stato di grazia coloristica. Mancano invece i raccordi di scrittura, e nessun stereotipo ci viene risparmiato, garante il tragicomico mondo del circo con tutti i suoi clown, i tatuaggi, le donne cannone, le Saraghine, i nani, gli handicappati e l'imbarazzante convinzione che il mondo va visto sempre e tutto a testa in giù, all'altezza degli incubi del regista." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 22 Gennaio 1990)"Certo, lo stile Jodorowsky c'è ancora (la dilatazione delle invenzioni figurative, la ricerca di effetti vistosi, la gioia dell'iterazione), ma qui più che altrove i compiacimenti formali tendono troppo a lacerare se non a offendere il gusto, i colori stridono, il sangue, sia quello del titolo sia quello dei tanti uccisi ad ogni momento dell'azione, elefante compreso, scorre troppo a fiotti, e unicamente per portare le emozioni (o il raccapriccio) fino al diapason. Con il rischio di scadere nel melodramma. A qualcosa, comunque, si può ancora guardare con interesse. Nell'ambito, almeno, delle ricerche di linguaggio. Ma 'La Montagna sacra' era più nuova, il gioco, qui, invece, mostra la corda." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 25 Novembre 1989)"Su un simile canovaccio, complice la bella, coloratissima fotografia di Daniele Nannuzzi, il regista Alejandro Jodorowsky si muove perfettamente a proprio agio e mescola onirismo e psicanalisi, sincretismo religioso e spunti surreali, humour nero e senso macabro. La sua galleria di mostri potrebbe suscitare l'invidia di Federico Fellini; i bagni di sangue con dettagli in primo piano fare la delizia di qualche maestro dell'horror; e il delirio edipico suonare in sberleffo a recenti edificanti quadretti familiari di moda negli Stati Uniti. Ma l'eccesso di aberrazione e l'esasperazione divistica ingenerano sazietà e il progetto di 'épater les bourgeois' all'alba degli Anni Novanta appare non poco anacronistico." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 3 Marzo 1990)
In occasione dei 30 anni dalla prima uscita del film, il capolavoro diretto da Alejandro Jodorowsky, è tornato al cinema il 25 novembre 2019 in versione restaurata in 4K, distribuito da Videa.
Il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 1989.
I figli di Alejandro Jodorowsky, Adan Jodorowsky e Axel Jodorowsky, interpretano entrambi la parte di Fenix in età diverse.
Nella scena del teatro Axel Jodorowsky nella parte di Fenix recita una parte dello spettacolo di Marcel Marceau, dal titolo La creazione del mondo. Sia Jodorowsky (regista) che suo figlio avevano lavorato nella realtà con Marceau.
Attore | Ruolo |
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Sabrina Dennison | Alma |
Blanca Guerra | Concha |
Adan Jodorowsky | Fenix bambino |
Madejesus Aranzabal | prostituta grassa |
Axel Jodorowsky | Fenix |
Guy Stockwell | Orgo |
Thelma Tixou | Donna Tatuata |