Sankofa in dialetto akan significa "ritornare al passato e rivolgersi verso il futuro". Mona, una top-model americana, viene posseduta dagli spiriti del castello di Cape Coast in Ghana, viaggia nel passato e s'incarna in Shola, una schiava di una piantagione di canna da zucchero costantemente violentata dal suo padrone. Altri due schiavi, Nunu e Shango, l'uomo di Shola, si ribellano contro il sistema schiavistico. Spinta dalla loro determinazione Shola decide di sfidare il sistema e divenire padrona del suo destino.
"Giocato sulla dilatazione dei tempi, sulla iterazione dei temi, impreziosito da una colonna sonora di grande coloritura espressiva (autore della musica è David White), tessuta sul tam-tam insistente dei tamburi, mostra proprio in quello che vorrebbe essere il suo punto di forza, il suo più evidente limite. A tratti appare disarmonico, eccessivo e visionario, quasi ispirato da un genio medianico; in più punti, più che sull'affabulazione dei griot, il racconto gioca sui registri ipnotici del vudù e della macumba. Per questi motivi 'Sankofa' può provocare, in chi lo vede, due sentimenti opposti: o se ne subisce la fascinazione e lo si ama, o se ne è urtati. Impossibile rimanere indifferenti." (Giuseppe Cafulli, 'Attualità Cinematografiche')
SUONO: CHARLES DIXON, YASSALA B. SESSOUMA.PREMI: 1993 PREMIO PER LA MIGLIORE FOTOGRAFIA AL FESPACO DI OUGADOUGOU.VERSIONE ORIGINALE: INGLESE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO.