A Palermo, dopo alcuni anni, dal carcere minorile escono alcuni giovanissimi piccoli criminali: Antonio, padre di due bambini, venditore abusivo e spacciatore di droga per caso, costretto un giorno a vedersi requisire la merce e il furgoncino; Natale, condannato per aver vendicato il padre, cerca lavoro ma, nonostante l'interessamento del fratello Salvatore, non lo trova per il suo passato; Mery, il travestito, in attesa di processo, si prostituisce e vive con un altro come lui e non ne vuole sapere di smettere la sua squallida vita anche se sua madre cerca di farlo ravvedere e un'assistente sociale vorrebbe aiutarlo. Inoltre c'è Claudio che, trovata all'uscita dal carcere a Napoli la fidanzata Vita, con lei torna a Palermo ed è costretto a sposarsi poichè la ragazza è incinta. Tutto andrebbe bene a Claudio col suo lavoro di meccanico se a cercarlo non venisse Carmelo, ex compagno di prigione, per picchiarlo a sangue per uno sgarbo subito nel penitenziario. Tra costoro, che vivono di espedienti, di piccoli affarucci poco puliti, di furtarelli, c'è anche il giovane Chin Cong il quale, sorpreso da una pattuglia a rubare un'autoradio, viene inseguito per lungo tempo da un poliziotto che, alla fine, esasperato lo blocca e gli spara un colpo alla nuca di fronte alla gente esterefatta di un mercatino.
I pregi del film sono di regia, di buona direzione dei non attori che risultano efficaci e credibili; i difetti son di retorica ricattatoria. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)Cifre violentissime, un ritratto crudele. Con molti eccessi tra cui quello di chiamare in causa solo lo stato. Susciterà consensi e polemiche. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)Il film più difficile di Marco Risi, dare un seguito a "Mery per sempre" non era impresa da poco, e l'operazione non può dirsi riuscita. Fuori dal carcere, i ragazzi ritornano delinquenti da strada, e la narrazione indugia su particolari che non sembrano indispensabili. Qualche pagina di grande forza, qualche sospetto di compiacimento. (Francesco Mininni, Magazine Italiano tv)Finalmente un film italiano scomodo che mette i piedi nel piatto. Divide i critici, indispettisce i politici, scandalizza i benpensanti. Il giovane regista di "Mery per sempre" ha fatto anche questa volta un film duro, sanguigno, vero. (Laura e Morando Morandini, Telesette)E' un crudo film di denuncia su una realtà di estremo degrado. La fotografia e l'ambientazione sono notevoli; la musica, arabeggiante di sottofondo, è suggestiva. (Segnalazioni Cinematografiche)
DAVID DI DONATELLO 1991 PER MIGLIOR REGIA (MARCO RISI), MIGLIORE PRODUTTORE (CLAUDIO BONIVENTO).
Attore | Ruolo |
---|---|
Vincenza Attardo | Vita |
Francesco Benigno | Natale |
Carlo Berretta | Salvo |
Alessandro Calamia | Tommaso |
Alessandro Di Sanzo | Mery |
Filippo Genzardi | Matteo |
Giuseppe Lucania | Santino |
Roberto Mariano | Antonio |
Giuseppe Pirico' | Marcello |
Maurizio Prollo | Claudio |
Salvatore Termini | King Kong |
Alfredo Li Bassi | Carmelo |
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