La fondazione AMREF (African Medicine and Research Foundation) affida a Fabio, un presentatore televisivo molto conosciuto, il compito di render nota l'iniziativa di farsi promotrice di una campagna volta a raccogliere fondi che le consentano di condurre ricerche approfondite sulle malattie che maggiormente colpiscono le popolazioni africane, e proporne i rimedi. Obiettivo particolare della campagna è la lotta contro l'AIDS, che proprio da queste popolazioni si è andata propagando dovunque, con conseguenze disastrose. Fabio, così, si accinge ad affrontare un viaggio disagiato e faticoso attraverso le zone dell'Africa fra le più sconosciute e meno raggiungibili dai mezzi di trasporto moderni. S'avventura in tale impresa con la compagnia di Geoffrey, un autista di colore che ha lavorato a Milano, ha qualche cognizione tecnica e, soprattutto, conosce l'italiano e gli potrà fare da interprete. Con un vecchio camion scoperto e traballante i due riescono - fra innumerevoli difficoltà, percorsi polverosi appena segnati e imprevisti vari - a raggiungere Mombasa e Samburu, incontrando gruppi di africani, ridotti ad una sopravvivenza ai limiti dell'inimmaginabile: senz'acqua, senza cibo, senza riparo. Vengono filmati, al fine di far conoscere le condizioni di estrema indigenza al resto del mondo e vengono offerti agli indigeni i profilattici per tentare di frenare il diffondersi dell'AIDS.
"Realizzato con appena 300 milioni di lire, il film è un non film a partire dalle premesse. Primo: tutti i ricavati sono e saranno destinati all'Amref, la Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca. Secondo: Fabio Fazio non è un vero attore cinematografico, ma in 'Pole Pole' non fa nulla per nasconderlo a parte qualche urletto isterico stile Nanni Moretti. Terzo: la storia è un insieme di più siparietti a metà fra il comico e il drammatico, tenuti insieme soltanto dall'idea del viaggio, senza però mai diventare un vero roadmovie. Con in più alcuni accenti da commedia grottesca stile primo Salvatores, perché tanta semplicità avrebbe potuto generare il sospetto della finta solidarietà. Ma quando Fabio Fazio dice nel film '...qui l'amore è un lusso che non ci si può permettere', la sincerità è sincera per davvero. Ed anche se sarà poco cinematografica nel suo essere così lineare, fa piacere a tutti percepirla. E fa bene anche al cinema". (Marco Lombardi, 'Film', novembre-dicembre 1996)
- Il titolo in lingua swahili significa "Piano Piano".
- Il film è stato realizzato con il contributo dell'AMREF.
- Tra gli interpreti gli abitanti del villaggio di Sinba.
Attore | Ruolo |
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Fabio Fazio | Fabio |
Geoffrey Oyer | Geoffrey |
Luciano Manzalini | Luciano |
Julliet Akinyi | Jane |
Gioia Selis | Gioia |
Tommy Simmons | Tommy |