Nel braccio di mare che separa la Sicilia dall'isola di Lampedusa, ogni giorno i pescatori, a bordo di un peschereccio a motore, cercano di provvedere alla loro sopravvivenza. Gli uomini a bordo devono scegliere i pesci, dividerli per tipi, bagnarli con l'acqua di mare ed infine sistemarli nelle cassette per poterli vendere una volta rientrati in porto. Gli scarti dei pesci vengono gettati in mare dove stormi di gabbiani vi si avventano. Poi tutto ricomincia. Con carrucole e argani si tirano su le reti piene di pesci e di ogni sorta di detriti e scorie. Quando il mare è mosso, i pescatori scrutano il mare in attesa che torni la bonaccia. Solo quando c'è aria di tempesta cercano rifugio a Lampedusa. Al tramonto, si spegne il motore della barca quando si rientra in porto. Lì c'è tempo per consumare un breve pasto e poi, dopo aver giocato a carte, dormire nelle cuccette mentre il mozzo di bordo lava i piatti con l'acqua di mare e stende le reti ad asciugare. L'indomani li aspetta un'altra intensa giornata di pesca.
- PREMIO PER IL DOCUMENTARIO ARTISTICO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MONTEVIDEO (1958).