Oltre la bufera, il film diretto da Marco Cassini, racconta la storia di Don Giovanni Minzoni, il parroco ucciso dai fascisti nel 1923. Alla fine della Grande Guerra, Don Minzoni torna ad Argenta, in provincia di Ferrara e tenta di ripristinare l'ordine nella vita sociale e culturale della comunità, cercando di portare nel vecchio ricreatorio i ragazzi dispersi nelle campagne.
I socialisti, rappresentati da Natale Gaiba, assessore comunale, non vedono di buon occhio la Chiesa e di conseguenza la figura di Don Giovanni Minzoni. Con il tempo però i rapporti tra i socialisti e il parroco vanno migliorando, ma proprio quando sembra essersi instaurato un clima di tolleranza e collaborazione, subentra una nuova forza politica.
Augusto Maran è un insegnante rancoroso tornato dalla guerra che sente arrivato il momento di conquistare il potere locale, anche a costo di compiere azioni violente.
Il fascismo sta prendendo piede nelle città e nelle campagne di tutta Italia, e anche ad Argenta iniziano le prime ribellioni e aggressioni, fino ad arrivare all'uccisione di Natale Gaiba.
La gente del paese, priva di speranza, si aggrappa alla figura di Don Giovanni Minzoni, ultimo uomo “giusto” rimasto in paese, l’unico che può arginare la forza distruttiva di quella gente in camicia nera. Il parroco risponde a quegli atti vili con la creazione delle prime cooperative femminili e con la costruzione di un teatro per ragazzi. Il fascismo, d’altro canto, cerca di portare dalla propria parte don Minzoni, offrendogli la possibilità di diventare cappellano della milizia.
L’animo puro e inflessibile ai ricatti e alle minacce di Don Giovanni Minzoni, porterà Augusto Maran e la sua banda ad un finale violento, inaspettato ma forse già scritto.
La notte del 23 agosto del 1923, nel paese di Argenta, viene ucciso, per mano fascista, Don Giovanni Minzoni.
La sua uccisione non solo smosse le coscienze degli uomini dell’epoca, ma come un fantasma continuò ad agitare l’Italia per decenni.