Monty Python: Il senso della vita è un film comico del 1983 diretto da Terry Jones.
La pellicola inizia con un cortometraggio, The Crimson Permanent Assurance, diretto da Terry Gilliam, in cui gli impiegati di una società, tramutatisi in pirati, salpano alla ricerca di centri finanziari da saccheggiare.
Segue il lungometraggio: sei pesci (i membri dei Monty Python), mentre nuotano nell'acquario di un ristorante, si domandano quale sia il senso della vita, dopo aver visto un loro amico finire nel piatto di un cliente.
Da qui la pellicola si compone di sette capitoli, ognuno dedicato a una fase della vita umana, dalla nascita alla morte. Si parte con Il miracolo della vita: due medici devono aiutare una donna a partorire, ma sembrano più interessati alle attrezzature presenti nella sala operatoria. In un'altra scena, invece, un cattolico e un protestante discutono riguardo il controllo delle nascite.
Nel capitolo Crescita e apprendimento, gli studenti di un college seguono noiose lezioni e surreali dimostrazioni di pratiche sessuali.
La terza parte, intitolata Combattere l'uno contro l'altro, si compone di tre sketch paradossali sull'arte della guerra.
Segue La terza età, in cui un'attempata coppia si reca in un ristorante dove il menù propone conversazioni sul senso della vita.
Il capitolo Trapianti di organi vivi, ruota invece sull'insignificanza dell'uomo rispetto all'universo.
Ne Gli anni del declino, il signo Creosoto,un grassissimo riccone, riversa quintali di vomito in un lussuoso ristorante. Mentre pulisce la nauseante sporcizia, un cameriere ricorda sua madre, quando lo incoraggiava a notare la bellezza del mondo e ad amare tutti.
Il capitolo conclusivo La morte, segna la fine a cui tutti arrivano, anche se in modi diversi e inaspettati.
Per scrivere la sceneggiatura del film, i membri dei Monty Phyton scelsero come luogo di ritiro un'isola nei Caraibi.
La prima scena de Il miracolo della nascita è stata ispirata da Graham Chapman, sulla base della sua esperienza come medico.
La scena del signor Creosoto è considerata una delle più disgustose nella storia del cinema. Perfino il regista Quentin Tarantino l'ha trovata nauseante.
La pellicola si è aggiudicata il Grand Prix Speciale della Giuria del Festival di Cannes nel 1983.
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