Michele Strogoff - Il corriere dello zar, film diretto da Fabrizio Costa, è ambientato in Russia verso la fine dell’Ottocento. I Tartari invadono la Siberia, costituendo una seria minaccia per il regno russo: per questo motivo lo zar Alessandro II (Siegfried Rauch) chiede al valoroso generale Michael Strogoff (Paolo Seganti) di andare a cercare Boris (Lorenzo Mattei), il suo giovane nipote ed erede, che ancora non è stato trovato dai nemici.
Strogoff accetta la missione, soprattutto perché spera di vendicarsi di Ivan Ogareff (Hardy Krüger Jr.), traditore della patria ora al servizio dei Tartari, nonché responsabile della morte di sua moglie e di suo figlio. Anche Ogareff - ora agli ordini dell’emiro Fefar Khan - vuole trovare Boris e sospetta che si nasconda presso il conte Krasov. Per salvare il padre dalle grinfie di Ogareff, Nadia Krasov (Lea Bosco) si offre di consegnargli Michael Strogoff, sebbene sia innamorata di lui. Tuttavia l'emissario dello Zar riesce a fuggire e continua la sua travagliata ricerca di Boris…
Ma stiamo scherzando? Anzitutto bisognava onestamente dircelo prima: Michele Strogoff, Secondo. Oppure, basato su personaggi creati da Jules Verne. Per carità, nessuno ce l'ha con le parodie, gli spunti pescati qua e là da duemilacinquecento anni di lettura, i "pastiches" più o meno raffinati o postmoderni. Titò Strogoff non avrebbe dato noia a nessuno. Ma perché mai, con quale coraggio, un gruppo di cineasti (?) sconosciuti al di là di Modane, si è presa la libertà di inventarsi la continuazione di un grande romanzo popolare? Dice: ma sono varianti geniali, aggiustamenti lecitissimi dopo quel che si è fatto con altri mitici eroi popolari. Sherlock Holmes, Dracula, Montecristo, Lupin. Ma qui è un pesticciare pari pari sulle orme lasciate da Verne, evitando di dichiarare il gioco, è uno scopiazzare presuntuoso e furbesco. Perché non continuare questo punto? Non ci sono limiti. Strogoff contro gli anarchici, Strogoff contro i bolscevichi, Strogoff canuto, cadente, ma sempre eroico, alla battaglia di Stalingrado. Tanto chi ci fa caso? Ma noi ci facciamo caso e rimpiangiamo che non esista più la Siberia zarista (quella di Stalin sarebbe troppo) dove spedire questi allegri manipolatori a meditare in catene sui loro misfatti. (Carlo Fruttero e Franco Lucentini, "La Stampa". 16.10.1999)
Si tratta di una miniserie televisiva tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Jules Verne.
Attore | Ruolo |
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Paolo Seganti | Michele Strogoff |
Lea Bosco | Nadia Krasov |
Hardy Krüger Jr. | Ivan Ogareff |
Esther Schweins | Sangarre |
Heio Von Stetten | Jules Vermont |
Giovanni Lombardo Radice | Fefar Khan |
Daniel Ceccaldi | Conte Krasov |
Siegfried Rauch | Zar Alessandro Ii |
Lorenzo Mattei | Boris |