TRAMA MEDUSE
Meduse, film drammatico diretto da Shira Geffen ed Etgar Keret, racconta la storia di tre persone che vivono a Tel Aviv e conducono vite diverse. Batia (Sarah Adler) è una cameriera che lavora spesso ai ricevimenti di nozze. Un giorno, sebbene si sia appena lasciata con il fidanzato, decide lo stesso di prestare servizio a un banchetto di nozze. Qui conosce la sposa, Keren (Noa Knoller), che si rompe una caviglia dopo aver tentato di scavalcare la porta del bagno in cui era rimasta chiusa, rinunciando così alla luna di miele.
I due sposini dovranno trascorrere le vacanze nuziali in albergo, ma le loro sventure renderanno il soggiorno alquanto complicato. Nel frattempo Joy (Ma-nenita De Latorre), una badante filippina, assiste impotente alla morte della persona che assiste. Poco dopo trova un'altra paziente, questa volta però molto scorbutica, con una figlia che fa l'attrice.
Un giorno Batia, mentre cammina sulla spiaggia, trova una bambina sola (Nikol Leidman) e la porta in commissariato per vedere se qualcuno ne ha denunciato la scomparsa. Gli agenti le dicono di non aver ricevuto segnalazioni e le chiedono la cortesia di tenerla per il fine settimana. La donna accetta anche se non le risulta affatto facile comunicare con la piccola dato che non parla. Joy continua a lavorare per l’anziana scontrosa e, visto che ha dovuto lasciare suo figlio in patria, fa di tutto per ricucire il legame tra la sua cliente e la figlia. Riusciranno Batia, Keren e Joy a risolvere i loro conflitti e vivere serenamente?
CURIOSITÀ SU MEDUSE
Il film è stato presentato nella Settimana Internazionale della Critica del Festival di Cannes 2007, dove ha vinto la Caméra d'Or per la Miglior opera prima del Festival
L'idea del film è nata da un ricordo d'infanzia della regista Shira Geffen. Un ricordo che l'aveva profondamente segnata e che le aveva ispirato un racconto mai pubblicato: "Quand'ero piccola, - ha dichiarato l'autrice - un giorno che i miei mi avevano portato al mare, mi avevano messo un salvagente e poi avevano iniziato a litigare con molta violenzA. Oggi di quel momento, mi è rimasto un sentimento di instabilità, di sospensione, direi anche di squilibrio."
