LA TRAMA DI LO STATO IN CUI VIVO
Per quindici anni i genitori sono vissuti nascondendosi tra i turisti delle spiagge portoghesi e hanno anche messo al mondo una figlia che è sempre vissuta sola e senza amici. Mentre i suoi genitori in Brasile stanno per uscire dalla clandestinità, la figlia si innamora e questo scatenerà la tragedia.
RECENSIONE
Dalle note di regia: "In modo spettrale, i messaggi da e verso il sottosuolo sono apparsi durante gli anni del governo di Kohl. (...) Messaggi dal sottosuolo, che raccontano di fantasmi che cercano di diventare umani. I fantasmi in questa storia hanno concepito un figlio. Sono divenuti una famiglia. Vogliono essere normali. Gli spettri che cercano di diventare esseri umani finiscono sempre in tragedia."Vita difficile quella di Jeanne, adolescente in fuga dalla nascita, al seguito dei genitori, terroristi tedeschi riparati in Portogallo. Vivere voltandosi ossessivamente all'indietro, non poter sperimentare le innocenti goliardie di un'età complicata, non aver amici, rendono Jeanne una ragazza introversa e in cerca d'affetto. (...) Braccati, i tre tornano in Germania dove la prospettiva di vivere una vita normale si allontana definitivamente, cruda metafora della sconfitta della sinistra tedesca, cupo fil rouge del film. (Fabrizio Liberti da Film Tv, 03/09/2000)
CURIOSITÀ SU LO STATO IN CUI VIVO
PRESENTATO ALLA 57^ MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2000) NELLA SEZIONE "CINEMA DEL PRESENTE".VINCITORE DEL PREMIO FIPRESCI 2001.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI LO STATO IN CUI VIVO