Il sultano Shaliar fa decapitare sua moglie e il capitano delle guardie perché sorpresi a fare all'amore. Poi, pretende, ogni notte, una ragazza vergine, alla quale la mattina seguente sarà mozzata la testa. Ma a un certo punto c'è penuria di vergini, e il Gran Visir - che ha l'incarico di procurare le ragazze - è costretto ad accettare la proposta delle sue due figliole di concedersi al sultano, insieme. Per evitare la morte, le ragazze si ingraziano Shaliar raccontandogli ogni notte una novella. Narrano così di un mercante il quale possiede un pappagallo che lo ragguaglia circa il comportamento della propria moglie, la quale però riesce ad ingannare con una certa abilità l'animale e a tradire tranquillamente, in tal modo, suo marito. Raccontano, poi, di un'altra donna che, anch'ella, tradisce il proprio ignaro marito con una guardia e poi con il suo capitano. Queste, le altre novelle raccontate dalle figlie del Gran Visir: un uomo, Irsuf, ricorre alle arti di una megera per conquistare l'altera Casal; una donna, per salvare il proprio amante assassino, inganna i maggiori dignitari del regno e lo stesso sultano; un giovane si trova debilitato perché ha speso troppe energie. Intrattenuto per più di mille notti, Shaliar eleva al rango di regina la più giovane delle due ragazze: il boia viene licenziato.
"(...) Bomba ha affrontato (il film) con la stessa spavalda, incosciente arroganza con cui si è accostato al mondo letterario di Pietro Aretino nel film "L'Aretino nei suoi ragionamenti". (E' significativo che i due film siano interpretati da cast quasi similari) (...)" M. Cavagnano, "Corriere mercantile", 21.8.1973)