Un documentario sulla storia di Secondo Casadei, l'inventore del folk romagnolo, tra gli anni Venti ed il 1971, anno della sua scomparsa.
Dalle note di regia: "Facendoci condurre dalla figlia Riccarda, ci avviciniamo all'uomo e al padre, principalmente e ininterrottamente musicista, ventiquattr'ore al giorno, anche dentro le mura domestiche. Secondo coinvolge tutta la famiglia nella sua attività; i ritmi domestici sono gioiosamente scanditi dall'attività di orchestrale. È incuriosito da tutto e da tutti: il proprietario di una sala da ballo sta per avere un bambino? Lui gli restituisce parte del guadagno della serata, senza neanche contare i soldi. Anche per questa sua completa disponibilità ed il suo atteggiamento semplice e sincero, la sua figura si radica nel cuore del popolo di Romagna. Spesso esce di casa senza soldi; lui, abituato allo scambio ed a dare senza dover per forza ricevere, non li considera molto, anche quando non ne ha davvero. Arrivato in piazza offre caffè e bevute, per poi scoprirsi le tasche vuote. Sorride, chiede ai suoi ospiti di anticipare per lui. Vive le piazze, conosce le storie, attraversa con la Romagna tutta il fascismo, la guerra ed il boom economico: continua febbrilmente a scrivere strofe e ritornelli, trova spunti nelle persone incontrate per caso in strada e nelle variegate situazioni quotidiane. Il suo successo è prima di tutto un seguito di popolo, fisso, costante, pronto ad andare ad ascoltarlo ovunque lui suoni. Dalle prime tournées in bicicletta del 1928 agli ultimi concerti nel 1971 Casadei attraversa in lungo e in largo la regione per portare la musica alla gente." (Davide Cocchi)