Francia, 1912. Nella fonderia di una città lavora Horty, giovane operaio, sposato con Zoè impiegata a sua volta nei magazzini della fonderia. Arriva il momento del concorso annuale di resistenza organizzato dalla fonderia e anche stavolta Horty arriva primo. In questa circostanza c'è un premio d'eccezione: un biglietto di andata e ritorno per Southampton per assistere alla partenza del Titanic. Nella città inglese Horty prende alloggio nell'hotel di lusso, dove gli è stata riservata una stanzetta sottotetto. Stanco per il viaggio, va a dormire, quando alla porta bussa una giovane donna affascinante e smarrita: è una cameriera che il giorno dopo deve imbarcarsi sul Titanic ma non sa dove passare la notte. Horty accetta di ospitarla. La mattina dopo, quando si sveglia, la ragazza è scomparsa. Horty la vede da lontano e riesce solo a recuperare da un ambulante una fotografia di lei, che si chiama Maria. Tornato a casa, Horty deve sopportare le voci che parlano di un rapporto tra Zoè e il proprietario della fonderia. Comincia allora a raccontare al bar l'avventura con Marie e, quasi senza rendersene conto, il racconto si arricchisce ogni volta di più.
"Constatata l'impossibilità di dare credito a una vicenda senza capo né coda non resta che apprezzare talune atmosfere del film: un crudo ambiente operaio che sembra ritagliato da 'Germinal' di Claude Berri e il mondo dello spettacolo ruspante nella seconda metà non priva di ammicchi a Fellini. Olivier Martinez, che ricordiamo in 'L'ussaro sul tetto', ha un aspetto piacevole, ma insegue invano un fantasma di personaggio; lo stesso si può dire di Romane Bohringer nei panni della moglie; e di Aitana Sanchez Gijon, la cameriera, più che l'arte si ammira l'avvenenza". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 1 giugno 1998)"Peccato che lo spunto, romantico e insinuante, si perda nell'allestimento di un film che non sai come prendere: incerto tra melodramma e commedia, il regista confeziona un ibrido figurativamente apprezzabile ma lambito da un kitsch programmatico che pure vorrebbe toccare il cuore dello spettatore. Naturalmente il regista, impostosi nel passato per una certa audacia erotica, dice ora di voler rivalutare il desiderio e l'immaginazione, alla ricerca di un cinema capace di stimolare la fantasia. In questo senso La cameriera del Titanic sarebbe il tentativo di affrancarsi dal ricordo di 'Bambola', da un cinema che 'non immagina più'. Per questo Bigas Luna ha deciso di girare un altro film in costume: si chiamerà 'Volaverunt', dal titolo di un celebre dipinto di Goya". (Michele Anselmi, 'L'Unità', 29 maggio 1998)
ROMANZO "LA FEMME DE CHAMBRE DU TITANIC" DI DIDIER DECOIN
Attore | Ruolo |
---|---|
Olivier Martinez | Horty |
Romane Bohringer | Zoe' |
Aitana Sánchez-Gijón | Marie |
Didier Bezace | Simeon |
Aldo Maccione | Zeppe |
Jean-Marie Juan | Pascal |
Vincenzo De Caro | Lacroix |
Yves Verhoeven | Gaspard |
Marianne Groves | Mathilde |
Stefania Orsola Garello | Mimi |
Barbara Lerici | Blanche |
Didier Bénureau | Segretario Di Simeon |
Arno Chevrier | Al |
Giorgio Gobbi | Manu |