Il Principe Castelli, uno dei capi della congiura, che prepara l'insurrezione contro Re Gioacchino Murat, s'introduce mediante uno stratagemma nella Reggia di Napoli. Preso il nome di uno sconosciuto professor Tonizza, egli sostituisce il celebre Martini e canta alla presenza del Re, in una festa per il primo anniversario dell'inizio del regno. Con la bella presenza ed il canto melodioso, Castelli affascina le signore: la duchessa di Campredon lo prega di dare delle lezioni di canto alla sua figliola, Genoveffa. Vinto dal dolce sorriso della fanciulla, Castelli accetta l'incarico, ch'è per lui pieno di pericoli. Genoveffa infatti scopre ben presto la vera identità del suo maestro; ma, innamorata di lui, cerca di coprirlo con la sua complicità. Quando Castelli viene arrestato con altri congiurati, Genoveffa intercede in favore dell'uomo amato. Accettando il consiglio della Regina Carolina, che gli prospetta i pericoli d'una condotta politica troppo rigida, il Re accorda la grazia ai congiurati, la cui liberazione è accolta dal popolo con manifestazioni di giubilo.