In un campo gitano alla periferia di una città, due padri promettono in matrimonio i rispettivi ragazzi (Josè e Candela). Pochi anni dopo si festeggiano con canti e danze le nozze. Ma Josè è un incallito cacciatore di donne e Candela non sa che la preferita è la bella Lucia. Durante una rissa, Josè viene ucciso con una coltellata e Carmelo - fin da bambino affascinato da Candela - se ne addossa la colpa e fa quattro anni di galera. Al suo ritorno egli offre il suo amore alla donna, che gli è sempre fitta nei sensi e nel cuore, ma lei rifiuta. Essa è come colpita da una strana malia: ogni notte si alza, invoca il marito amato e perduto e danza allucinata per lui. Perchè il delirio finisca occorrerà un esorcismo, da esperire con la danza rituale del fuoco. Poi, nella notte silenziosa, i quattro personaggi si incontrano e danzano, da soli e in coppia: la bellissima e frivola Lucia sparirà nel buio con l' ex-amante Josè e Candela cadrà tra le braccia dell'appassionato e paziente Carmelo.
"Carlos Saura, uno dei maestri del cinema spagnolo, premiato in Festival internazionali per film dal disegno complesso quali 'La prima Angelica' o 'Cria Cuervos' ha scelto un tipo di rappresentazione più esplicita, sebbene altrettanto essenziale e serrata, da quando collabora con Antonio Gades a drammatizzazioni nelle quali musica e danza giocano un ruolo di primo piano. (...) Presentato a Cannes e premiato a Montreal, 'L'amore stregone' si avvale di quattro superinterpreti di flamenco: Antonio Gades, Cristina Hoyos, Laura Del Sol e Juan Antonio Jimenez, rispettivamente nelle parti di quattro gitani: Carmelo, Candela, Lucia, Josè. (...) Sovvenzionato dal ministero spagnolo della cultura, 'L'amore stregone' è un film essenziale e di taglio teatrale che evita però le ellissi narrative del teatro nel cinema. Nel circoscritto campo degli zingari, Saura muove la cinepresa facendo esplodere lo spazio, sempre in sintonia con il ritmo della danza, con le evoluzioni musicali." (Renzo Fegatelli, 'la Repubblica', 16 gennaio 1987)"'Nozze di sangue' ci colpì, 'Carmen story' ci conquistò. 'L'amore stregone', ultimo anello della trilogia gitana di Saura, ci lascia perplessi. Lo dicemmo nel maggio scorso dal Festival di Cannes, e qui ripetiamo che a parer nostro il regista spagnolo non ha ritrovato le corde giuste, o per lo meno quel tocco per il quale pienamente cogliemmo la grazia impetuosa del flamenco. Va detto che stavolta l'impresa era più difficile, perché l'opera scritta da De Falla con Martinez Sierra (presentata nel 1915, e rielaborata nel '25) dura meno di trenta minuti, e dunque bisognava dilatare l'azione e la musica di almeno un'ora per raggiungere la misura del lungometraggio. Ma sono appunto i modi scelti da Saura e da Antonio Gades per gonfiare lo spettacolo che lasciano dubbiosi. Intanto il copione. (...) Dov'è la crepa del film? Non certo nei ballerini, che sono i sempre virtuosi Antonio Gades, Cristina Hoyos, Laura Del Sol, Juan Antonio Jimenez, né nell'ambientazione di Gerardo Vera, quando finge quella bidonville popolata di figure pittoresche, coi bambini allevati all'uso del coltello e le ragazze che stendono i panni spettegolando." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 1 maggio 1987)"'L'amore stregone' è il terzo film di una trilogia sul flamenco iniziata da Carlos Saura con 'Nozze di sangue' e proseguita con 'Carmen Stury'. Un trittico nato dalla collaborazione del regista con Antonio Gades, ritmata dal tambureggiare sul terreno dei piedi dei ballerini ad annunciare il brontolìo delle passioni interiori, e frutto di diverse impostazioni: 'Nozze di sangue' era la trascrizione per lo schermo di un balletto di Gades visto in palcoscenico e dietro le quinte. (...) Più austero e difficile delle altre opere, e non altrettanto universale nel soggetto e nelle musiche, 'L'amore stregone' soffre, inoltre, di una veste formale tanto ricercata da farne un musical alla spagnola. 'Nozze di sangue' e 'Carmen', meno luccicanti e un po' grezzi, erano maggiormente adatti alle passioni sanguigne che li animano, qui Gades e Saura hanno aggiunto altre musiche popolari dando ampio spazio al parlato, e il senso drammatico stilizzato dai balletti e dalla partitura iniziale di De Falla, si annacqua, mentre l'ambientazione neorealistica - un panorama di baracche e cimiteri d'automobili - non consente l'atmosfera densa e misteriosa, anzi stregonesca, adatta alla vicenda. (Alfio Cantelli 'Il Giornale' )
- COREOGRAFIA: CARLOS SAURA, ANTONIO GADES.- SUONO: DANIEL GOLDSTEIN.- MUSICA INTERPRETATA DA ROCIO JURADO (VOCE) E DALL'ORCHESTRA NAZIONALE SPAGNOLA DIRETTA DA JESUS LOPEZ CORBOS.
BALLETTO DI MANUEL DE FALLA, SU TESTO DI MARTINEZ SIERRA
Attore | Ruolo |
---|---|
Antonio Gades | Carmelo |
Laura del Sol | Lucia |
Juan Antonio Jimenez | Jose' |
Emma Penella | Tia Rosario |
La Polaca | Pastora |
Gomez De Jerez | El Lobo/Cantante El Lobo |
Diego Pantoja | Padre Di Candela |
Enrique Ortega | Padre Di Jose' |
Giovana | Rocio |
Jolando Gavino | Gavino |
Juan Manuel Roland | Jose' |
Candy Roman | Chulo |
Manolo Sevilla | Cantate |