Un sacerdote, don Daniele, si sente male in treno e muore alla stazione. Il suo amico, Dino Raider, ripercorre le tappe della sua lunga amicizia con lui, e nel contempo tenta un inventario della sua esistenza: il suo analista, il dottor Parodi, non riesce a farlo uscire da una sorta di solitudine profonda, di scollamento dalla realtà e di conseguente apatia che lui tenta di esorcizzare con un attaccamento quasi maniacale ad oggetti personali come un fischietto, vecchio residuato di attività sportive giovanili, o le scarpe che fa risuolare anche se ormai logore. I legami con la moglie sono incrinati: i due non hanno rapporti da sei mesi e si rimproverano a vicenda di non aiutarsi a superare la crisi. Tornano, nei ricordi, il primo incontro con Daniele, la sua ordinazione, il battesimo del figlio Mario, e pian piano la figura del sacerdote gli viene come un fantasma gentile, un angelo custode che segue passo passo il vagabondaggio mentale e fisico di Dino, che del suo passato comunista, impegnato in un quartiere popolare romano, non riesce a conservare che i brandelli di un sogno rivoluzionario spezzato. Una compagna del collettivo tenta di essergli vicino, come gli altri, ma nonostante le apparizioni tranquillizzanti e le parole di incoraggiamento che il defunto Daniele gli rivolge lungo l'arco delle sue giornate, davanti ad un bar o mentre fa jogging a Villa Borghese, Dino non sembra trovare stimoli ad uscire dalla "morta gora" in cui si dibatte. Finché l'immaginario amico lo precede verso una porta finalmente aperta sulla luce.
"C'è tutta una parte del cinema italiano che, se non proprio sommersa, è perlomeno emarginata, confinata negli angoli di uscite estive frettolose, fatte di poche sale d'essai e di cineclub. (...) Anche se girato in un evidente stato di precarietà, con pochi mezzi a disposizione e con penuria di pellicola, anche se qua e là acerbo e stentato, 'L'amico immaginario' - interpretato da quello straordinario attore colpevolmente trascurato dal cinema italiano che è Victor Cavallo - trae il suo vigore poetico dalla commossa sincerità con la quale Nico D'Alessandria va alla ricerca di quella strada smarrita che è la concezione religiosa della vita." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 9 agosto 1995)
Attore | Ruolo |
---|---|
Victor Cavallo | Dino |
Valeria D'Obici | Luce |
Rocco Mortelliti | Daniele |
Roberto D'Alessandria | Mario, il figlio di Dino |
Fulvia Mosconi | Maria Rosa |
Giancarlo Parodi | Dottor Parodi |
Emiliano Vitolo | Dino da giovane |
Tommaso Gili | Daniele da adolescente |
Ghigo Alberani | Dottore |
Maria Cristina Mastrangeli | La madre |
Mario Marino | Secondo internato |
Gerardo Sperandini | Primo internato |
Ugo Adilardi | Uno dei compagni |
Luigi Ramundo | Sassofonista |
Maurizio Castè | Ottico |
Giuseppe Amodio | Vagabondo |