LA TRAMA DI L'ALBERO DEL VICINO
Agnes caccia di casa Atli e non vuole che lui veda più la loro figlia Ása. L'uomo si trasferisce dai genitori, coinvolti in un’amara disputa riguardante il loro grande e magnifico albero, che fa ombra al giardino dei vicini. Mentre Atli lotta per ottenere il diritto di vedere la figlia, la lite con i vicini si intensifica: la proprietà subisce danni, animali scompaiono nel nulla, vengono installate telecamere di sicurezza e gira voce che il vicino sia stato visto con una motosega in mano.
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RECENSIONE
Dalla esigua cinematografia islandese arrivano negli ultimi anni film interessanti, come è successo negli anni scorsi con Rams e Virgin Mountain. Quest'anno tocca a L'albero del vicino, passato con successo a Venezia e Toronto, in cui l'impiento da dark comedy finisce schiacchiato dall'accumulo di situazioni e temi più cupi, in una (ovvia) metafora plumbea e senza redenzione della condizione umana contemporanea.
Se non mancano scene che strappano un sogghigno amaro, alla fine della visione si esce stremati e un po' depressi, pur riconoscendo all'autore un punto di vista interessante su un paese così lontano eppure così vicino a noi, che affronta le stesse incomprensioni e la stessa barbara ferocia da cui il mondo intero sembra oggi contagiato. (
Daniela Catelli - Comingsoon.it)
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CURIOSITÀ SU L'ALBERO DEL VICINO
Presentato al Festival di Venezia 2017 nella sezione Orizzonti.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI L'ALBERO DEL VICINO
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