L'albero degli zoccoli, film scritto e diretto da Ermanno Olmi, segue le vicende di quattro famiglie di contadini che vivono in una cascina nella pianura di Palosco, in provincia di Bergamo. Siamo alla fine del 1800 e Mènec (Omar Brignoli), un bambino di sei anni, per andare a scuola deve percorrere a piedi tutte le mattine ben sei chilometri. Un giorno, mentre sta tornando a casa, il piccolo si accorge di avere uno zoccolo rotto. Suo padre Batistì (Luigi Ornaghi), che non può permettersi di comprargliene un nuovo paio, decide di realizzarli a mano utilizzando segretamente un albero di ontano, con gravi conseguenze.
Tra gli abitanti della cascina c’è anche la vedova Runc (Teresa Brescianini), che senza il suo consorte deve fare la lavandaia per mandare avanti la famiglia.
E ancora Stefano (Franco Pilenga) a Maddalena (Lucia Pezzoli) e la loro storia d'amore pura e innocente. E poi Finard (Battista Trevaini) e il misterioso ritrovamento di una moneta d'oro da venti lire. Le vite di tutti gli abitanti della cascina si intrecciano in uno spirito di grande solidarietà, nonostante versino tutti in una terribile condizione di miseria…
"(...) E' il capolavoro dell'unico regista italiano che abbia saputo affrontare la condizione operaia o contadina non come un teorema sociale, ma come un rapporto fra uomo e uomo. E anche l'unico con cui gli attori naturali ( che in altri film di radice neorealistica parlano con la voce dei doppiatori o recitano battute scritte) sono protagonisti a pieno titolo e in prima persona. Molti di noi (in senso antropologico: tutti) abbiamo avuto un avo contadino: seguendo Olmi in questo viaggio nell'ade possono ravvisare care sembianze". (Tullio Kezich da "La Repubblica")"(...) L'Albero degli zoccoli è prima di tutto una favola, e come tale richiede una lettura mediata, che tenga conto di tutti gli elementi simbolici in essa contenuti, che pur si calano, come in ogni fiaba, nella realtà quotidiana, confondendovisi. In questa prospettiva, i contadini di Olmi, le loro piccole storie e la grande Storia in cui si collocano, acquistano una dimensione poetica che si apre sulla realtà sociale con linee di fuga di straordinario interesse e di viva suggestione." (Gianni Rondolino, "Catalogo Bolaffi del Cinema Italiano", 6, 1979)
Il film ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Palma d’Oro e il Premio della giuria ecumenica al Festival di Cannes (1978); un David di Donatello per Miglior film e cinque Nastri d'argento (entrambi nel 1979).
Tutti gli attori presenti nel cast erano contadini presi dalla campagna bergamasca, che non hanno mai avuto alcuna esperienza cinematografica né recitativa. Le riprese sono state girate in milanese e bergamasco. Per la distribuzione in tutta Italia gli stessi attori hanno dovuto doppiarsi in italiano.
Attore | Ruolo |
---|---|
Luigi Ornaghi | Batistì |
Francesca Moriggi | Batistina |
Omar Brignoli | Minek, il figlio scolaro |
Antonio Ferrari | Tunì |
Teresa Brescianini | Vedova Runk |
Giuseppe Brignoli | Nonno Anselmo |
Carlo Rota | Peppino |
Pasqualina Brolis | Teresina |
Massimo Fratus | Pierino |
Francesca Villa | Annetta |
Maria Grazia Caroli | Bettina |
Battista Trevaini | Finard |
Giuseppina Sangaletti | Finarda |
Lorenzo Pedroni | Nonno Finard |
Felice Cervi | Ustì |
Laura Locatelli | Madre dello sposo |
Guglielmo Badoni | Padre dello sposo |
Franco Pilenga | Stefano, lo sposo |
Lucia Pezzoli | Maddalena, la sposa |
Francesca Bassurini | Suor Maria |
Carmelo Silva | Don Carlo |
Lina Ricci | Donna del sogno |
Giacomo Cavalleri | Brena |
Lorenza Frigeni | Moglie di Brena |
Pierangelo Bertoli | Secondo |
Brunella Migliaccio | Olga |
Vittorio Capelli | Frikì |
Emilio Pedroni | Il Fattore |
Mario Brignoli | Il Padrino |
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