LA TRAMA DI JEFFREY
Jeffrey, giovane gay che fa il cameriere e, a tempo perso, anche l'attore, ha deciso di non avere più rapporti per timore di contrarre l'aids. Proprio in questo frangente conosce Steve, tra i due potrebbe nascere un'intesa, ma Jeffrey rifiuta appuntamenti e incontri. Nei giorni successivi, Jeffrey frequenta altri amici che vivono la sua stessa condizione, ascolta i genitori che lo invitano a vivere con tranquillità la sua vita, va in una chiesa cattolica e il parroco gli salta addosso inneggiando all'amore, si presenta alla marcia dell'orgoglio gay, subisce il pestaggio di un gruppo di fanatici, e alla fine capisce di non poter continuare in quella situazione. Contatta Steve, lo invita a cena e gli confida di essersi liberato di ogni timore. Adesso i due possono amarsi e vivere con tranquillità il loro amore.
RECENSIONE
Il film resta a metà strada, senza scegliere le priorità, ma diverte per le satire sui sexy quiz tv e sulle sedute psico-sessuali di gruppo, una condotta da una Sigourney Weaver in partecipazione straordinaria da predicatrice. Per il resto è una storia "omo", talvolta ferocemente autoironica ("sono la mamma di una transessuale lesbica non operata"), ma uguale a tante altro etero, con pause "brechtiano sofisticate" in cui si parla diretti al pubblico in sala. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 4/3/97)
CURIOSITÀ SU JEFFREY
REVISIONE MINISTERO MARZO 1997
SOGGETTO DI JEFFREY
TRATTO DAL LAVORO TEATRALE DI PAUL RUDNIK
INTERPRETI E PERSONAGGI DI JEFFREY