LA TRAMA DI ILARIA ALPI - IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI
Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni, il film-verità diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani, ripercorre le vicende che hanno condotto all'assassinio della giornalista Rai e del suo cameraman Miran Hrovatin (Rade Serbedzija). Giovane e intraprendente corrispondente di guerra, Ilaria Alpi (Giovanna Mezzogiorno), conosce Miran mentre si trova in ex Jugoslavia per documentare la guerra civile che sta dilaniando il paese. Inaspettatamente, durante una sosta in Croazia, la reporter riceve una soffiata circa un trasporto illecito di armi e rifiuti tossici che dall'occidente viaggia verso la Somalia e che sembra coinvolgere anche l'Italia.
Mossa da una profonda passione per la sua professione e da un'assoluta voglia di verità che le permette superare i suoi stessi limiti, la cronista parte immediatamente per il paese africano in compagnia di Miran. Sul posto per coprire le notizie in merito alla missione Onu "Restore Hope", Ilaria, parallelamente, continua la sua inchiesta sulle illegalità che legano Italia, Balcani e Somalia. Tuttavia, le sue scomode ricerche in ambito internazionale, finiranno per condurre lei e il suo operatore alla morte, avvenuta il 20 marzo 1994 a Mogadiscio per mano di un commando Somalo.
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RECENSIONE
"Film civile, nella tradizione di Rosi e Petri. Oggi però si avvertirebbe la necessità di un'elaborazione linguistica più attenta. Perché la piattezza delle immagini quasi televisive non rende un buon servizio alla giornalista e alla sua brava interprete". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 marzo 2003)."Nessuno dubita che le cose siano andate o avrebbero potuto andare proprio così, per la semplice ragione che il film non è un thriller né un'inchiesta, non apre nuove piste su quel delitto del '94 che nessuno ha ancora voluto chiarire, ma si limita a ricostruire l'ultimo mese dei protagonisti. Con assoluta fedeltà ai fatti, fin dov'è possibile, e facendo nomi e cognomi (cosa insolita oggi in Italia). Ma soprattutto con la massima aderenza poetica e sentimentale, appunto, ai due protagonisti, ai loro rapporti, a tutto ciò che sullo schermo magari non c'è ma che intuiamo di loro. È perché l'intricata struttura narrativa non perde mai di vista questo punto essenziale che ci orientiamo nei suoi meandri. È perché Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia sono così semplici e toccanti che perdoniamo incertezze e salti di tono. E poi il film non semplifica, non adultera la materia, non cerca scorciatoie emotive o spettacolari. Non è davvero poco, visto il soggetto". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 marzo 2003). "Il film di Fernando Vicentini Orgnani, che evoca nel titolo un verso famoso di Thomas Stearns Eliot e si ispira a 'L'esecuzione', un libro dei genitori di Ilaria Alpi, ricostruisce la Somalia in Marocco, sceglie Giovanna Mezzogiorno come ottima protagonista. Analizza il periodo di tempo tra il primo incontro Alpi-Hrovatin e la loro morte: circa un mese che contiene in brevi flash a volte faticosi da seguire il passato e il futuro, in un ambiente ambiguo e pericoloso in cui le persone in divisa non sono più affidabili di altre, con intervistati non sempre credibili. Più che un film-inchiesta è una ricostruzione del fatto. Ilaria Alpi sta in auto, prende appunti al tavolo, siede con i colleghi al bar o al ristorante, contempla la città notturna dalla finestra dell'albergo, ricerca, intervista, cammina, discute: e il film la segue, omaggio alle due vittime senza giustizia, ricordo del loro sacrificio, memoria della verità tradita". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 marzo 2003) "Direi che il film di Ferdinando Vicentini Orgnani suggerisce il ricorso a qualche supporto documentario poiché nella costruzione a incastri non cronologici, tributaria del modello classico di 'Salvatore Giuliano' di Rosi, il discorso non è sempre sufficientemente chiaro. In cambio l'evocazione è ambientata con allucinante verosimiglianza fra ex Jugoslavia e Marocco e descrive senza abbellimenti né retorica usi e costumi degli inviati. In questa cornice di realistica evidenza assumono un rilievo palpitante le figure dei protagonisti, incarnate con un'adesione che va al di là della pur egregia prestazione professionale da Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia; e merita sottolineare l'accurata messa a fuoco dei personaggi minori. C'è solo da osservare che il rispetto per Ilaria, sottratta con estrema cautela a qualsiasi notazione men che positiva sul piano personale e psicologico, finisce per limitare la libertà espressiva di chi racconta la vicenda; e quindi per raffreddare a livello popolare l'appassionato messaggio civile del film". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 29 marzo 2003)
CURIOSITÀ SU ILARIA ALPI - IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI
Ispirato al libro "L'esecuzione" di Giorgio e Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer e Maurizio Torrealta.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI ILARIA ALPI - IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI
PREMI E RICONOSCIMENTI PER ILARIA ALPI - IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI
Nastri d'Argento - 2003
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 2003
- Candidatura migliore colonna sonora a Paolo Fresu