In un piccolo convento dedicato a San Giovanni Crisostomo, a picco sulla Valnerina, e visibile dal non lontano borgo di Visso, vivono nel 1500 quattro frati, tre effettivi e un novizio-converso, mentre un quinto frate, l'anziano fra' Michelangelo, è morente. Alla piccola comunità tagliata fuori dal mondo viene annunziato che il vescovo di Venezia, diretto a Roma in pellegrinaggio per celebrare l'anno santo, fa una sosta anche presso il loro sperduto convento. I frati attendono quell'arrivo con la grande speranza che il vescovo possa ottenere loro dal Papa Alessandro VI il desiderato permesso di lasciare quelle mura per dedicarsi alla predicazione. Mentre dunque il giovane converso fra' Novello si dà da fare per riordinare gli ambienti e preparare una degna accoglienza all'illustre ospite, i tre effettivi, fra' Sermone, fra' Divino e fra' Nozione, uniscono l'assistenza al morente con dotte disquisizioni sulle qualità ottimali dell'evangelizzatore. Per uno è l'eloquenza, per un secondo la santità, per il terzo la conoscenza esatta della dottrina da predicare, l'ortodossia. Morto l'anziano Michelangelo, i quattro - ultimati i preparativi - vegliano in attesa del vescovo, cedendo infine involontariamente al sonno. Li sveglia una campanella nella notte: un messo li avverte che il vescovo, appena riavutosi da un fastidioso disturbo non potrà più sostare presso il convento, ma proseguirà subito per Roma. All'inizio alquanto sgomenti, i frati decidono poi di mettere a disposizione dei poveri le provviste tanto accuratamente preparate per il vescovo ed il suo seguito.
UN'IDEA DI FRANCESCO PIZZO