Un giovane sacerdote siciliano, Don Salvatore, giunge a Roma per assumere le funzioni di vice-parroco in una chiesa frequentata dall'alta borghesia. Ben diverso da quello del suo paese, il nuovo ambiente si rivela, per il prete colmo di tentazioni: giovani dissolute gli confessano orribili peccati, né da meno sono le loro madri, che giungono apertamente ad offrirglisi. Rivelatisi inutili, a placare i suoi tormenti carnali, i consigli di un ipocrita monsignore e di un domenicano psicanalista, Don Salvatore finisce per trovare consolazione in una ragazza "squillo", Silvia, che ha deciso di cambiar vita. Accortosi di essere innamorato di lei, che gli vuol bene da tempo, egli chiede ai superiori il permesso di sposarla, a patto che gli si conceda di restare prete. Questa soluzione è però impossibile, per cui sarà la stessa Silvia - che ha compreso quanto Don Salvatore tenga al suo ministero - a tirarsi in disparte.
Una insulsa commedia diretta ed interpretata mediocramente (Segnalazioni Cinematografiche 70)