Il pranzo della domenica è un film del 2003 diretto da Carlo Vanzina.
La romana e benestante Franca Malorni (Giovanna Ralli), vede la propria vita cambiare improvvisamente con la morte del marito. Così la signora inizia a concentrare tutte le sue attenzioni verso le tre figlie, le quali sono costrette a recarsi ogni domenica a casa della madre insieme a mariti e figli per il pranzo. Proprio in una di queste occasioni, Franca cade e si rompe un femore. Durante la sua lunga degenza, tutti i segreti dei componenti della apparente felice famigliola verranno mano a mano a galla.
La figlia Barbara (Barbara De Rossi) è sposata con il vivaista Maurizio (Maurizio Mattioli). La donna è una casalinga, depressa soprattutto perché non riesce a rimanere incinta. Anche Sofia (Elena Sofia Ricci) è una casalinga, suo marito è il giornalista Nicola (Rocco Papaleo) e insieme hanno ben quattro figli, che però faticano a mantenere. Infine c'è Susanna (Galatea Ranzi), che lavora come commessa ed è sposata con Massimo (Massimo Ghini), un avvocato matrimonialista che si concede parecchie scappatelle. Quando la moglie a sapere dell'ultimo tradimento di lui, decide di chiedere il divorzio e inizia a vedersi per ripicca con l'affascinante medico che cura la madre.
Intanto Franca finge di continuare a stare male per avere più a lungo l'attenzione delle figlie, che l'assistono solo per dovere. Nonostante ciò, tutti si rivolgono alla donna per avere dei consigli su come affrontare i loro problemi. Sarà lei la chiave per riportare la pace in famiglia?
"Nonostante il pullulare di omaggi disseminati lungo tutto il film, 'Il pranzo della domenica' è il capolavoro di Carlo Vanzina. E di suo fratello Enrico, che da un quarto di secolo gli sta accanto come sceneggiatore e co-produttore. (...) 'Il pranzo della domenica' si abbandona alla suggestione evocatrice di pezzi di storia della commedia all'italiana, da 'Una vita difficile' a 'C'eravamo tanto amati', da 'Speriamo che sia femmina' a 'La famiglia', ma secondo un 'impasto' di oggi e originale. (...) Tutto a meraviglia? No. Vanzina ha paura di prendersi interi responsabilità e meriti. Sfiora la pienezza del risultato ma, per timidezza e autocensura, non lo afferra stretto. Il bicchiere è insomma mezzo pieno (o mezzo vuoto)". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 3 maggio 2003)"Piacevole, col gusto dell'appunto social-modaiolo, il film ricama con un sospetto di autobiografia collettiva e di classe sulle nostre contraddizioni affettive, anche se il gusto della battuta aggiornatissima registra sì usi e costumi dell'italiano medio, ma blocca un po' la partitura. Anche perché l'equidistanza conclamata degli autori, una battuta sul Berlusca e una su Bertinotti, impedisce che si faccia vera satira e si alzi il tiro poetico su fattori umani. Che sono però ben individuati, anche se con una ricerca da stereotipo tv da domenica sera: (...) Cast eccellente, la De Rossi e la Sofia Ricci non sono più interscambiabili, Galatea Ranzi è brava e elegante, Ghini se la spassa amaramente". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 maggio 2003) "Orgogliosi eredi del 'cinema di papà', i fratelli Vanzina hanno trovato una loro chiave narrativa nella pacata ironia con cui raccontano i piccoli misfatti della vita contemporanea. Siparietti più o meno simpatici di una romanità diventata quasi 'categoria dello spirito'. Eppure, ogni volta si resta sempre delusi, come se la loro ricerca della qualità venisse vanificata. Ma da che cosa? (?) Senza la 'furbizia' del Cuccino di 'Ricordati di me', ma anche senza l'intensità della Comencini di 'Il più bel giorno della mia vita', questo tipo di commedia di costume rischia di scivolare via senza lasciare tracce. Trenta, quarant'anni fa il cinema degli Steno e degli Emmer riceveva senso da un panorama cinematografico meno compromesso. Oggi - piaccia o no - la fiction tivù ha fagocitato quegli spazi, lasciando al cinema poche alternative, che sicuramente non passano per questa strada. Anche perché se una qualsiasi puntata del 'Processo di Biscardi' è più becera, urlata e sguaiata della parodia che si vede nel film, allora davvero ti chiedi che senso abbia rifarla (edulcorata) in un film". (Paolo Mereghetti, 'Io Donna', 10 maggio 2003)"Nulla di nuovo sull'italico fronte gastro/fobico; ci si acquatta quieti in scia ai classici parenti/serpenti della celluloide nostrana affogandoli in una brodaglia di stereotipi ormai indigeribili: la mogliettina borghese, l'alternativa sinistroide, il rampante, il reazionario cafone, l'intellettuale fallito, il femore che cede quanto occorre alla sceneggiatura, Massimo Ghini, barbara De Rossi, la commedia degli equivoci che si immola a quella degli insulti, sputacchi di satira sociale. Ci trema la mano nello scrivere che ormai, senza Boldi /De Sica, ogni sghignazzo tace ed ogni schiamazzo si spegne in noia". (Alessio Guzzano, 'City', 22 maggio 2003)
Attore | Ruolo |
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Massimo Ghini | Massimo |
Elena Sofia Ricci | Sofia |
Barbara De Rossi | Barbara |
Rocco Papaleo | Nicola |
Maurizio Mattioli | Maurizio |
Galatea Ranzi | Susanna |
Giovanna Ralli | Franca Malorni |
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 2003