Il mestiere delle armi, film diretto da Ermanno Olmi, è ambientato all’inizio del sedicesimo secolo, durante le guerre d’Italia. Joanni de Medici (Hristo Jivkov) è un giovane capitano dell'esercito del Papa, impegnato nella campagna contro i Lanzichenecchi di Carlo V, imperatore degli Alemanni.
L'obiettivo dell'armata pontificia è di impedire l’avanzata del nemico verso Roma. Anche il marchese Federico Gonzaga (Sergio Grammatico) si è impegnato per contrastare l'avanzata degli Alemanni, ma per proprio tornaconto personale offre riparo al generale Zorzo Frundsberg (Nikolaus Moras) e ai suoi uomini. Stesso voltafaccia succede con Alfonso d'Este (Giancarlo Belelli), duca di Ferrara, che cede alle offerte dell’imperatore, fornendo in segreto alle truppe tedesche quattro potentissimi cannoni.
Quando Joanni de Medici dà il segnale d'attacco per la battaglia, capisce subito di essere stato tradito e viene ferito gravemente alla gamba da uno dei micidiali cannoni. Per il giovane comandante ha inizio una dolorosa agonia…
Dalle note di regia: "La morte di un giovane è sempre un'offesa alla vita; una bestemmia contro il destino e la stupidità degli uomini. (...) Il "progresso" della scienza e della tecnica non garantisce all'uomo una rispettiva crescita morale e civile, un nuovo, adeguato sentimento di umanità.""Invettiva arcana, austera, quasi sommessa, sulla distruzione del mondo nei giorni che inaugurarono la palla di piombo (...) Un prodigioso impegno di fusione dei dipinti e della lingua italiana rinascimentali nell'immaginazione documentata di Olmi, che non concede al quadro e alla parola alcuna contaminazione (ci vuole qualche minuto prima di 'entrare' nel film) (...). Storia e metafisica per condannare 'la via più breve alla crudele morte'. Il mestiere del cinema tra Kurosawa e Tarkovski". (Silvio Danese, 'Il giorno', 11 maggio 2001)."Il film, implacabilmente refrattario alle risorse post-moderne degli effetti speciali, è realistico, a partire dalle armature fatte rifare su disegni dell'epoca; ma soprattutto nella straordinaria materialità con cui riesce a rappresentare gli oggetti: il cannoncino, il crocefisso che i soldati infreddoliti vogliono bruciare suscitando l'ira di Giovanni. 'Il mestiere delle armi' contiene anche le prime scene di sesso del cinema olmiano, però sono scene che, più luttuose delle scene di morte, lasciano un gusto di cenere". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 16 maggio 2001) "Il film di Olmi è la storia di un eroe, di un eroe nel senso pieno della parola. Il rigore storico - documentario del regista è tale che nessuna parola, nessuna scena è stata inventata. La pellicola diventa un grande affresco della condizione umana, una riflessione profonda e sentita sui valori autenticamente umani. La coerenza, la lealtà, il rispetto". (L'Eco di Bergamo', 11 maggio 2001)"Il soggetto de film nobile, avventuroso, rigoroso, è in realtà la morte: la presenza, la sofferenza, la cultura della morte". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 11 maggio 2001) "'Il Mestiere delle armi' è anche un magnifico ritratto, ottenuto sbalzando dall'ombra la fosca figura di Joanni, la sapiente radiografia di un'anima chiaroscurata a forza di fatti, non di parole; un affresco dipinto con poche pennellate vigorose in cui però c'è di tutto (...) Un grande personaggio per un grande film corale che rifiuta le psicologie, comprime le battaglie in pochi scorci fulminanti, istoria il racconto di ellissi e flashback, corteggia l'oscurità grazie alla bellissima fotografia di Fabio Olmi, insomma sfida tutte le convenzioni del cinema in costume (e non solo). Non sarà facile decifrarlo, specie per gli stranieri". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 maggio 2001) "'Il mestiere delle armi' lascia un segno speciale e ci ricorda che c'è ancora il cinema oltre alla tv, oltre la sceneggiatura ben congegnata, oltre il blockbuster. Un cinema difficile che non concede, ma nemmeno nulla sottrae, allo spettatore, fusione calda di anima e immagine. (...) La fotografia dipinge quadri rinascimentali. La luce, i fumi, la nebbia, la neve e il freddo iniettano negli occhi la violenza di tempi bui e iniqui, mentre la bella musica di Fabio Vacchi sospinge le immagini verso la sacralità. La violenza del conflitto è fredda come quel rilucere di armature nel grigio dell'inverno". (Piera Detassis, 'Panorama', 24 maggio 2001)"Un film di Olmi non si limita mai a raccontare una storia e in questo caso 'Il mestiere delle armi' non è solo uno dei rari kolossal italiani, un nostro 'Gladiatore' altrettanto spettacolare ma certamente più rispettoso della storia e più profondo; è infatti permeato di quel senso religioso, alto e drammatico, che non ha niente a che fare con la piccola superstizione religiosa che oggi invade il video coi suoi santi, i maghi, i suoi miracoli, le sue superstizioni". (Natalia Aspesi, 'D - Donne', 22 maggio 2001)
Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2001 e ha vinto molti premi, tra cui nove David di Donatello, tre Nastri d’Argento e due Globo d’oro.
La storia racconta gli ultimi giorni di vita del noto condottiero di ventura Giovanni delle Bande Nere.
Attore | Ruolo |
---|---|
Hristo Jivkov | Joanni De Medici |
Dessy Tenekedjieva | Maria De Medici |
Sandra Ceccarelli | Nobildonna di Mantova |
Sergio Grammatico | Federico Gonzaga |
Dimitar Ratchkov | Luc'Antonio Cuppano |
Sasa Vulicevic | Pietro Aretino |
Aldo Toscano | Loyso Gonzaga |
Paolo Magagna | Francesco Maria Della Rovere |
Giancarlo Belelli | Alfonso d'Este |
Nikolaus Moras | Zorzo Frundsberg |
Maurizio Zacchigna | François de la Noue |
Paolo Roversi | Blaise de Monluc |
Claudio Tombini | Ricco mercante |
Franco Palmieri | Paolo Giovio |
Fabio Giubbani | Matteo Cusastro |
Michele Zattara | Palafreniere Joanni |
Vittorio Corcelli | Frate domenicano |
Ecco tutti i premi e nomination David di Donatello 2002
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento 2001
Ecco tutti i premi e nomination European Film Awards 2001