Avendo generato un figlio mongoloide, Enid Durnley ha riversato su Martin, l'altro maschio, tutte le sue cure: così assillanti però che, a ventidue anni, questi è ancora un bambino; per un verso si rifiuta inconsciamente di crescere, per l'altro per quell'eccesso di protezione odia la madre; né più affettuoso è verso il padrino Henry. Cacciato, da costui, di casa - con cinquanta sterline in tasca e l'invito a trovarsi un lavoro - Martin finge di partire per Parigi e si installa, come pensionante, e sotto il nome di Gorge Clifford, in casa di Susan Harper, una graziosa studentessa conosciuta in un negozio di giocattoli. Una notte, quel modello di ragazzo - che è riuscito, con i suoi modi, a conquistarsi la fiducia di Joan, madre di Susan e la benevolenza degli altri pensionanti - si arma di un paio di forbici, esce, attende il padrigno nel garage di casa e lo ammazza. Mentre la polizia procede a tentoni, la vita di Marirn sembra continuare come prima: in realtà, egli si affeziona sempre più a Susan e durante una scampagnata vorrebbe intrattenersi con lei. La ragazza reagisce bruscamente ed è colpita da alcune due stranezze: scopre casualmente, la sua vera identità, ricollega quel nome all'assassinio di Henry Durneley; si reca; per un colloquio, dalla madre di Martin e finalmente ha la conferma - avvalorata dalle argomentazioni scientifiche di Shashie, uno studente indiano ospite della pensione dell'estrema pericolosità del giovane. Poiché Shashie - che Susan ha incontrato all'ospedale - non può accompagnarla, ella rientra in casa da sola e spranga l'uscio. Messo al corrente da Joan della scoperta di Susan, Maritn uccisa la donna, si è però nascosto nella camera di Susan ed ora si getta su di lei, intrappolandola. Terrorizzata dai suoi vaneggiamenti Susan teme per la propria vita: per fortuna, però, Shashie, rientrato, fa in tempo a chiamare la polizia e Martin finisce in manicomio.