Quando, verso la fine del secolo scorso, in varie parti del mondo ingegneri e inventori cercavano di dare movimento alle immagini, nel 1892 a Berlino i fratelli Skladanowsky mettono in atto fotografie viventi con una macchina fotografica che si erano costruiti da soli. Tre anni dopo costruiscono un proiettore che chiamano Bioskop. Il 1 novembre 1895 proiettano ad un pubblico pagante un programma composto da otto brevi scene. Sono quasi due mesi prima del 28 dicembre 1895, quando a Parigi i fratelli Lumiére organizzarono quella che passa comunemente come la prima proiezione pubblica della storia del cinema. Serie tv, Show e Film su NOW!
"Delizioso, anche se arbitrario, nel ricostruire il sapore del cinema delle origini, 'I fratelli Skladanowsky' ha almeno due, enormi pregi. Il primo: ribadire che il cinema fu reso possibile da personaggi che erano metà inventori e metà saltimbanchi, e nacque come sviluppo delle tecniche fotografiche e, al tempo stesso, come sublime intrattenimento da fiera. Il secondo: stabilire un legame, al tempo stesso inquietante e struggente, tra la Berlino di allora e la Berlino di oggi, brulicante di scavi e di gru laddove, fino a pochi anni fa, passava il Muro e si ergevano i monumenti al comunismo 'made in Rdt'. L'inquadratura finale, con la carrozza di Eugen e Gertrud che caracolla fra i cantieri del 1995, è ubriacante: si ha la sensazione che lì, davvero, si sta costruendo il 2000, proprio come nella Berlino del 1895 si elaborava - anche grazie al cinema - il '900. In mezzo c'è un secolo, e che secolo!, per la Germania e per il mondo. E la cinepresa di Wenders riesce a fartelo sentire tutto, con il suo peso insostenibile". (Alberto Crespi, 'L'Unità', 7 ottobre 1996)."Pur raccontando la storia di un glorioso fallimento (il Bioskop scompare davanti al Cinematografo, anche se i fratelli Skladonowsky non smetteranno di inventare, sperimentare, brevettare, scoprire possibili utilizzi e forme di comunicazione dell'immagine) il film trasmette felicità, voglia di gioco, allegria. Fino ai lunghi titoli di coda con cui Wenders rende ancora una volta omaggio non solo a quel mondo di entusiasmo pionieristico, ma anche ai giovani della scuola di Monaco che continuano ad avere fiducia nel cinema e voglia di farlo. Con la fortuna di aver trovato il maestro così di buon umore". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 12 ottobre 1996).
- revisione ministero novembre 1996.
- Regia di Wim Wenders con gli studenti della Hochschule Fur Film di Monaco.
- Presentato alla 53 mostra del cinema di Venezia, sezione 'Finestra sulle immagini'.
Attore | Ruolo |
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Nadine Buttner | Gertrud Skladanowsky |
Udo Kier | Max Skladanowsky |
Otto Kuhnke | Emil Skladanowsky |
Lucie Hurtgen Skladanowsky | Lucie Skladanowsky |
Christoph Merg | Eugen Skladanowsky |
Wim Wenders | Lattaio |