Goodbye Mr. Holland, film diretto da Stephen Herek, racconta la vita e la carriera dell’appassionato compositore musicale Glenn Holland (Richard Dreyfuss). Siamo nella città di Portland, nell’Oregon, negli anni Sessanta: per poter sostenere economicamente la propria famiglia e dedicarsi al sogno di realizzare una memorabile opera sinfonica, il trentenne Glenn decide di diventare insegnante liceale di musica.
Inizialmente il musicista fatica a far funzionare il suo nuovo lavoro, ma grazie al suo impegno riesce a connettere con gli studenti, diventando uno dei professori più amati della scuola. Con l’aiuto dell’amico e allenatore di football Bill Meister (Jay Thomas), Glenn cerca di formare la banda musicale del liceo, ma incontra le obiezioni sia della preside Helen Jacobs (Olympia Dukakis) sia del vice Gene Wolters (William H. Macy), a causa degli scarsi fondi di cui dispone l’istituto.
Nonostante tutte le difficoltà, Glenn riesce nel suo intento. Tuttavia, il tempo che dedica alla scuola e alla banda musicale gli lascia pochi momenti per realizzare il suo sogno, sia per stare con la moglie Iris (Glenne Headly) e il figlio Cole, che purtroppo non può condividere con il padre l’amore per la musica in quanto sordo dalla nascita...
Remake semi-inconfessato del classico "Goodbye Mr. Chips!", il nuovo Goodbye Mr. Holland è un film molto old-style: a volte commovente, a volte nobilmente noioso, edificante sempre. Il rischio dell'anacronismo non è soltanto sfiorato. Come fare risultare trasgressivo, oggi, il fatto che Holland introduca a scuola il rock? O credibile la sua rinuncia all'amore della splendida diciottenne (non le ha dato un solo bacio), accompagnata dalla sentenza " meglio così "? (le battute sono da film di trent'anni fa: allorché gli presentano il figlio, che sembra un puffo, il neo-papà pronuncia l'inevitabile "bellissimo", e via di seguito). Senza contare che, eccetto quello stronzo del preside, tutti i personaggi sono nobili, buoni, "meravigliosi". Eppure, nel suo rappresentare il mondo come dovrebbe essere, anziché com'è, il film di Herek ha qualche merito: di recitazione, di morale. Di morale soprattutto. Quando Holland tiene la sua arringa sull'abbandono dell'istituzione scolastica o sul ruolo degli insegnanti nella formazione dei giovani, viene voglia di raccomandarlo caldamente alla nostra classe politica perché ci mediti su. (La Repubblica, Roberto Nepoti, 26/1/96) Il regista Stephen Herek, che viene dalla scuola di Corman ma l'ha allungato con buone razioni di Disney e si dichiara ispirato dalla Vita è meravigliosa di Capra, si attiene alla tradizione del melò composto, con sintomatologie diffuse per la difficoltà di vivere e lavorare con i rischi della burocrazia ottusa che, equiparando il rock al Diavolo, dà il contributo al degrado dei costumi. C'è il tentativo di razionalizzare l'insegnamento della musica, con scorciatoie lungo l'arco costituzionale che va dalla Settima di Beethoven fino a "I got a woman" di Ray Charles. C'è una bella scena in cui i sentimenti esplodono con un gioco di occhiate e montaggio: lui dirige, lei siede in platea, l'altra canta. C'è la sensazione che il ritmo sia allentato (135' di proiezione), che il confronto col figlio non udente potrebbe emozionare di più, che manchi un baricentro. Richard Dreyfuss, che si tiene sulle spalle il film, è sempre più grasso, vecchio, bravo e misurato. Gli stanno accanto Glenne Headly, la moglie saggia; Olympia Dukakis, la preside che tutti rimpiangiamo, Jay Thomas, l'amico che sta dall'altra parte della barricata. Per il resto c'è tutto: il ralenti, il 33 giri, la crisi energetica, un'immagine del Rocky Horror. La puntina velenosa del finale, col taglio dello Stato alle materie d'arte, è smussata nel finale strappacore: al film, che peccato, mancano cinismo e coraggio. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 25/1/96) Nel '39 "Addio, Mr. Chips", considerato un classico fra i film di ambiente scolastico, procurò a Robert Donat l'Oscar come migliore attore. Ora è il bravo Richard Dreyfuss, che ha impersonato Holland in una chiave sobria ed efficace, a concorrere nella stessa categoria. Tuttavia la sceneggiatura di Patrick Sheane Duncan e la regia di Stephen Herek sono troppo piatte e convenzionali perché la pur pregevole interpretazione del protagonista acquisti il dovuto risalto. Resta da dire che negli Usa il film ha incassato ben 64 milioni di dollari e che è comunque meritevole un cinema impegnato a ricordarci quanto siano fondamentali e trascurati i problemi dell'educazione. (La Stampa, Alessandra Levantesi, 17/3/96)
Il film ha ricevuto diverse candidature, tra cui due nomination ai Golden Globe del 1996 e una agli Oscar dello stesso anno.
Durante il film è possibile vedere molti filmati d’archivio, tra cui il discorso di Martin Luther King, la morte di John Lennon, il concerto di Woodstock e la guerra del Vietnam.
Ispirato dalla storia del film, il compositore Michael Kamen fondò un’associazione no profit per l’educazione musicale dei ragazzi meno fortunati.
Attore | Ruolo |
---|---|
Richard Dreyfuss | Glenn Holland |
Glenne Headly | Iris Holland |
Jay Thomas | Bill Meister |
Olympia Dukakis | Preside Jacobs |
William H. Macy | Vice Preside Wolders |
Joseph Anderson | Cole A 15 Anni |
Alexandra Boyd | Sara Olmstead |
Damon Whitaker | Bobby Tidd |
Alicia Witt | Gertrude Lang |
Anthony Natale | Cole A 28 Anni |
Nicholas John Renner | Cole A 6 Anni |
Jean Louisa Kelly | Rowena Morgan |
Terrence Howard | Louis Russ |
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