A Londra nel 1960, in una lurida casa, nella periferia della città, vive un gruppo di immigrati clandestini pakistani, di fede islamica, dedito ad un lavoro nero, pesante, con una paga settimanale irrisoria. Amir, l'ultimo arrivato viene accolto fraternamente dagli altri "fuori legge" e immediatamente istruito sulle regole della "casa": pagare puntualmente l'affitto, pena l'espulsione; non creare problemi che compromettano la clandestinità. In attesa che la situazione evolva Amir fa amicizia con un giovane aspirante scrittore, Sakib, e trova lavoro in un capannone adibito al lavaggio della lana. Terminato il turno di lavoro, i passatempi concessi a lui ed al gruppo sono assai squallidi: un rapido bestiale passaggio nella stanza della prostituta; un vecchio film hard, proiettato tra schiamazzi e lazzi volgari; il gioco delle carte. Qualcuno, con grandi sacrifici, cerca di risparmiare per tornare a casa e comperare un po' di terra; altri vivono alla giornata, senza futuro. Improvvisamente la vita del gruppo viene stravolta dall'arrivo di Mary, una strana donna bianca. Hussein Shah, il leader del gruppo, ha "conquistato" la giovane sbandata e dal passato violento. Nella casa dei clandestini avviene un fatto inquietante: Mary è incinta, e quando arriva il tempo del parto gli uomini non possono cercare aiuto in via ufficiale e la nascita avviene in casa. A complicare ancor di più la situazione il gruppo viene a conoscere che Hussein non è il padre del neonato. Sgomento e umiliato, Hussein, terminata la "festa" a questo "figlio di tutti e di nessuno", propone a Mary di fingere uno sposalizio legale con suo nipote Irshad, che in questo modo potrà regolarizzare la sua posizione in Inghilterra. Mary non comprende all'inizio lo stratagemma giuridico e si ribella, poi acconsente. Ma Irshad è un giovane pericoloso ed egoista: si ubriaca e corrompe Sakib. Mary, piena di rancore, amoreggia con il marito "legale": Hussein e Irshad, tra lo sbigottimento del gruppo, si affrontano. Nel tragico conflitto Hussein soccombe e Sakib ne rimane profondamente turbato, accanto all'amico ucciso. Scappano tutti, Mary compresa. Rimasto solo, Amir avverte la polizia. Dopo alcuni anni Amir incontra casualmente Mary: è la stessa donna disordinata e sbandata. Lui invece, temprato dagli eventi, è riuscito a costruirsi una vita propria.
"Altro pregio del film è quello di non indulgere al vittimismo e di evitare facili moralismi manichei: qui non ci sono solo dei 'buoni' sfruttati e vessati, ma un'umanità sfaccettata e variegata accomunata solo dalla situazione critica in cui si trova. E se occasionalmente il 'mal comune' può abbozzare il sorriso del 'mezzo gaudio', più spesso una situazione critica come quella di questi "fratelli nei guai" diventa tragica. Alla labilità del senso di appartenenza dei protagonisti corrisponde dunque una specie di nomadismo dello stesso film che attraversa vari generi, come se cercasse di restituire tutti gli umori e tutti i sapori di una realtà umana difficile da comprendere, da giudicare e, soprattutto, da affrontare". (Ezio Alberione, 'Attualità Cinematografiche', 1997).
REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1996
LIBERAMENTE TRATTO DAL LIBRO "THE RETURN JOURNEY" DI ABDULLAH HUSSEIN
Attore | Ruolo |
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Pravesh Kumar | Sakib |
Pavan Malhotra | Amir |
Angeline Ball | Mary |
Ahsen Bhatti | Irshad |
Om Puri | Hussein Shah |