Sulle superbe e desolate rive del Mar Nero rumeno, filmate in bianco e nero, un guardiano del faro solitario vede un giorno arrivare una giovane donna. Da questo incontro insperato, nasce un amore insolito e tenero, una lenta e mutua scoperta. Ma in un mondo "dove al sole fa freddo", c'è ancora posto per la speranza?
Dumitrescu ha realizzato con Dove al sole fa freddo il suo primo lungometraggio a soggetto, lo ha realizzato nel suo paese d'origine, in un luogo magico e cinematografico sulle rive del Mar Nero. Si tratta di un esordio che più "d'autore" di così non potrebbe essere. Un luogo desolato e battuto dal vento, un faro e il suo guardiano, una giovane viaggiatrice che si ferma qualche giorno lì con lui, il cielo, la terra, il mare fotografati splendidamente in bianco e nero. Pochissimi giorni di riprese, nessuna sceneggiatura, dialoghi quasi zero. In realtà non c'è storia, non c'è trama: ma solo suggestioni o, se vogliamo, simboli; ma senza la pesantezza di un'imposizione forzatamente metaforica. (La Repubblica, Paolo D'Agostini)"Dove al sole fa freddo" è un film di elaborata semplicità, scarno e rarefatto, denso di silenzi risonanti, dipinto in un bianco e nero vellutato e misterioso. E' un racconto austero e segretamente vibrante di una malinconia distillata con pudore. Un paesaggio - la costa rumena del Mar Nero - con figure (un uomo, una donna: due perfetti sconosciuti) che sembra affiorare da un luogo remoto e indefinito dell'anima, da un'indecifrata pulsazione del tempo. Da un improvviso perentorio smarrirsi nell'effimera geografia del desiderio. (Il Messaggero, Stefano Martina)
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1993.
Attore | Ruolo |
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Oana Pellea | La Donna |
Gheorghe Visu | Il Guardiano |