Disimpegno, film diretto da Amos Gitai, racconta la storia di Ana (Juliette Binoche) che, dopo aver perso suo padre, incontra ad Avignone Uli (Liron Levo), il suo fratellastro, arrivato per assistere al funerale. Quando il notaio apre il testamento, la donna scopre che non potrà accedere all’eredità se prima non avrà ritrovato sua figlia, abbandonata alla nascita. È così che, insieme a lui raggiunge Israele, città d’origine paterna. Qui cominciano le ricerche che conducono i due a Gaza, dove vengono a contatto con un’amara realtà: l’evacuazione dei coloni israeliani. Il paese che la donna aveva lasciato vent’anni prima non esiste più.
Caos e distruzione invadono le strade con i militari che trascinano via i loro connazionali mentre stanno pregando. Durante un viaggio che li cambierà profondamente, riusciranno a trovare la figlia di Ana?
Dalle note di regia: "Il film tratta di come le aspirazioni umane siano spesso schiacciate da potenti forze geopolitiche. Gli individui saranno anche mossi da ottime intenzioni e dal desiderio di fare qualcosa di buono nella vita, ma poi la realtà gli riserva altri piani. In Medio Oriente questi piani sabotano spesso le delicatissime linee che definiscono la vita umana. Gli esseri umani possono conquistare la megastruttura politica? Questa domanda rimane aperta.""A contatto con una pratica di impegno standardizzata sui modelli della denuncia alla 'Michael Clayton', la visione di un film un film del genere, con le sue imperfezioni ma anche la sua generosità, risulta una possibilità abbastanza singolare di relazionarsi con uno sguardo non banale su vicende di cui ancora il cinema mondiale sembra non curarsi più di tanto. La forza di un abbraccio, la distanza di Ana da una lingua, l'ebraico, che non conosce e di un popolo con cui non era venuta a contatto se non attraverso gli stereotipi dell'intellettualità europea, sono argomenti di tanta e tale cogente attualità da affascinare e irretire, da costringere alla riflessione anche i più lascivi ed ottusi annoiati europei. Per scrivere insieme a Maria-Jose Sanselme la sceneggiatura Amos Gitai si è ispirato all''Uomo senza qualità' di Musil, 'nell'incontro del personaggio principale con la sorella, dopo la morte del padre, ho trovato qualcosa di estremamente contemporaneo', si tratta di gravitare intorno alla compressione dei sentimenti e dei desideri umani dalle soverchianti ragioni della geopolitica. Come sempre la macchina da presa di Gitai permette ai corpi immersi nell'ambiente di rivelarsi nella loro pienezza espressiva, dando la possibilità a un cast franco-israeliano, con Juliette Binoche, Liron Levo, Jeanne Moreau e Barbara Hendricks, di uno scavo complesso e tortuoso nel proprio bagaglio emotivo sottoposto alle scosse telluriche di un amarissimo ma necessario disimpegno." (Giancarlo Mancini, 'Il Riformista', 5 settembre 2007)"Il film 'Disengagement' non è una storia facile, Gitai ha scritto ancora una volta la sceneggiatura insieme a Marie Josè Sanselme intrecciando personaggi 'straniati', ai limiti del credibile, situazioni paradossali, trame emozionali spigolose e irrisolte, scompigliate dalla violenza, dal quotidiano (...) Un film sulle barriere e sul vivere come sport 'estremo', un gioco di specchi del contemporaneo (...) Ci piace 'Disengagement' anche, forse soprattutto, per le sue imperfezioni, quel dichiararsi apertamente zona fuori controllo. C'è la 'goffaggine'di Binoche così evidente in mezzo alle facce di ogni giorno, ci sono momenti intensi, la scena in cui le due donne, madre e figlia, si ritrovano, scrutano, abbracciano con la ragazza che ha le mani impastate di colori tracciandosi verde-blu tra i capelli, sugli zigomi. Body art, e linguaggio del corpo come unica e possibile verità.Un'anima spirituale, politica, di utopia che mette in crisi qualsiasi schema. Invincibile." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 6 settembre 2007)"Non c'è niente di male nell'appoggiare a spada tratta l'intransigente verbo cinematografico di Amos Gitai, regista della pace in medio oriente. Anzi, il suo 'Disengagement', è il film più intenso e vibrante della mostra del cinema di Venezia 2007: raro esempio di linguaggio cinematografico coerente, organico, politico. Il piano sequenza, scelta formale di difficile realizzazione e di notevole resa sul piano della compattezza del racconto, ritorna in 'Disengagement' per raccontare le tappe del riavvicinamento che avviene ad Avignone tra Ana (Juliette Binoche) e il fratellastro Uli (Liron Levo) alla morte del padre, e la successiva volontà della donna di tornare in Israele per ritrovare la figlia che aveva abbandonato vent'anni prima al momento della nascita. L'arrivo di Ana nella striscia di Gaza coincide con lo sgombero dei coloni israeliani imposta manu militari nel 2005." (Davide Turrini, 'Liberazione', 6 settembre 2007
Il film è stato presentato fuori concorso al Festival di Venezia 2007, nella sezione Vecchi Maestri e, nello stesso anno, al Toronto International Film Festival.
Attore | Ruolo |
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Juliette Binoche | Ana |
Liron Levo | Uli |
Hiam Abbass | Hiam |
Dana Ivgy | Dana |