Days of Glory, film diretto da Rachid Bouchareb, segue le vicende di un gruppo di magrebini che stanno prestando servizio militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Messaoud (Roschdy Zem), sentimentale, Said (Jamel Debbouze), indigente, Yassir (Samy Naceri), mercenario, e infine Abdelkader (Sami Bouajila), utopista. Ciascuno con un obiettivo di vita diverso, si ritrovano a combattere contro i tedeschi in diverse città d’Europa. Nonostante si siano mostrati valorosi soldati, si rendono conto che nei loro confronti c’è una forte discriminazione razziale.
Terminato il conflitto, solo uno di loro riesce a tornare in patria sano e salvo: il vecchio Abdelkader. È così che, abbandonati gli ideali che lo avevano acceso in gioventù, non gli resta che visitare le tombe dei suoi commilitoni per onorarne il ricordo…
Dalle note di regia: "Mio padre è arrivato in Francia nel 1947 dall'Algeria, io sono nato in Francia. Da qualche anno ho cominciato a cercare nel passato e ho scoperto storie di guerra e di eroismi che non sono raccontate nei libri di Storia. Così è nato il mio sesto film, Indigènes, sul contributo di vite e di sacrifici dei soldati africani e magrebini nella seconda guerra mondiale. Il film comincia con la guerra in Italia, è lo stesso contesto del film La Ciociara, film che non ho visto, ma ho sentito parlare dei comportamenti malvagi di alcuni soldati marocchini. In Indigènes non ne parlo, non avevo una documentazione precisa e del resto il film è costruito fedelmente sui racconti dei quattro personaggi. I quali credevano nei principi di libertà, uguaglianza e fraternità, si sono battuti per l'indipendenza della Francia, hanno contribuito alla vittoria e, se al ritorno sono stati acclamati dalla popolazione, subito dopo sono stati dimenticati. Anche all'interno dell'esercito francese erano trattati con disparità. Tutto è documentato, compenso dimezzato rispetto ai francesi, permessi concessi con minore facilità, nella divisa portavano i sandali, non avevano scarponi nè indumenti pesanti neanche in pieno inverno. Eppure hanno combattuto sempre in prima linea come gli altri. Eppure non ho trovato rancore nei racconti dei sopravvissuti, nessuno di loro si è pentito del suo sacrificio, tutti dicono che ne valeva la pena.""Retorico e convenzionale (il contrasto con i film di Bruno Dumont e Ken Loach è davvero forte), questo Schindler's List algerino, che ha commosso la platea della stampa internazionale, deve la sua forza nel legame indissolubile tra passato e presente: la Storia non perdona." (Marina Sanna, cinematografo.it)"Erano algerini, marocchini, senegalesi. Nella seconda guerra mondiale combatterono spesso eroicamente con la Francia, ma non avevano certo gli stessi diritti dei francesi. La loro storia non era ancora stata raccontata dal cinema. Lo fa ora con molti mezzi e linguaggio solido, sorvegliato, efficace, il franco-algerino Rachid Bouchareb. Applauditissimo dalla stampa, 'Indigènes' culmina in Provenza e in Alsazia. Fra una battaglia e l'altra sfilano ingiustizie, incomprensioni, rivolte, amori, sogni; e il patriottismo inculcato a forza dagli ufficiali, che divide gli indigeni ma finisce per attecchire, specie contro il nemico nazista. Qua e là Bouchareb rischia il film-discorso, ma nell'insieme dà vita ai suoi personaggi. E finisce per dire cose importanti sul prezzo e la necessità dell'integrazione. Ieri come oggi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 maggio 2006)"Recitato alla grande, scandito da un montaggio mozzafiato, realistico nelle scene a tutto schermo benché del tutto alieno dagli effetti speciali, rigoroso nelle referenze storiche, 'Indigènes' non tenta di beatificare la lunga strada verso la vittoria del pugno assai speciale di soldati: se tanto cinema usa collegare questa marcia alle barbarie delle razzie e degli stupri tramandati, per esempio, da capidopera del livello de 'La ciociara', Bouchareb si guarda bene dal sorvolare sugli episodi vergognosi (come quando i nostri derubano i cadaveri), ma poi risolve i rapporti interpersonali, l'acme dei carnai, le pause di sconsolata felicità con un piglio degno di classici come 'Il grande Uno rosso' o 'Salvate il soldato Ryan'. Dall'Italia alla Francia, dall'Alsazia alla Germania, i disprezzati e dimenticati (anche dal punto di vista della pensione) personaggi indigeni sono, così, messi in grado di rievocare tutta l'abnegazione di cui furono capaci gli originali. Colonna sonora di Khaled."(Valerio Caprara, 'Il Mattino', 26 maggio 2006)"Bouchareb mira all'opera corale, ma focalizza su un gruppo di personaggi dalle motivazioni diverse. Li seguiamo dall'Italia alla Provenza, ai Vosgi, fino alla difesa disperata di un villaggio alsaziano, combattuta dai pochi superstiti contro un battaglione tedesco. Sempre sfruttati, blanditi per convenien
Nel 2006 il film è stato presentato al Festival di Cannes dove ha vinto il premio per la Miglior interpretazione maschile. L'anno seguente ha ricevuto un Premio César e un Premio Lumière e ha ottenuto una candidatura ai Premi Oscar 2007.
Attore | Ruolo |
---|---|
Sami Bouajila | Abdelkhader |
Jamel Debbouze | Saïd |
Samy Naceri | Yassir |
Roschdy Zem | Messaoud |
Bernard Blancan | Martinez |
Ecco tutti i premi e nomination Oscar 2007
Ecco tutti i premi e nomination Festival di Cannes 2006
Ecco tutti i premi e nomination César 2007