In occasione del funerale del sindaco di un paesino di provincia, morto improvvisamente in tempo di elezioni, giunge una parente del defunto che si è trasferita in città dove ha fatto carriera come attrice di fotoromanzi a fumetti. La ragazza ha così modo di osservare l'atteggiamento ipocrita di tutti i parenti e conoscenti che, preoccupati solo di mostrare atteggiamenti di cordoglio, in sostanza tendono a sfruttare il lutto per i propri interessi. Il fratello del defunto infatti, candidato a sindaco, fa rinviare il funerale al sabato, quando sono ormai vietati comizi, per trasformare l'elogio funebre, effettivamente, in adunanza elettorale. La reazione degli avversari, a loro volta presenti alle eseque per calcolo, trasforma la cerimonia in una rissa al termine della quale tutti si allontanano bisticciando. Alla tumulazione assistono soltanto un ladro riconoscente all'ex sindaco per essere stato difeso, e la ragazza, che nel frattempo ha avuto modo di scoprire che l'ex sindaco era stato la causa dei suoi oscuri ed illegittimi natali.
"Il film, che vorrebbe essere una commedia satirica su certe forme di ipocrisia provinciale, finisce invece per diventare un film comico di nessun rilievo per la mancanza di invenzione, di misura e soprattutto di buon gusto." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 58, 1965)