Il film ci richiama a pensieri scritti e circostanze degli ultimi giorni di vita di Pier Paolo Pasolini: le sue critiche e accuse sul piano politico, le sue amarezze e delusioni, per arrivare alla tragica fine (la morte ad Ostia), qui vittima sacrificale di un premeditato rito collettivo ad opera di alcuni giovani.
"Documentario poetico e paradossale sugli ultimi mesi di vita di Pasolini, 'Angelus Novus' è un film-saggio felicemente anomalo nel panorama del nostro cinema (e della nostra critica), così come anomalo è il suo autore, Pasquale Misuraca, studioso e saggista qui alla sua prima esperienza cinematografica. Alla 'Semaine de la critique' di Cannes, dove fu presentato, l'intransigente rigore del suo linguaggio suscitò reazioni opposte: pochissimi attori e non certo nel senso tradizionale della parola, niente ricostruzioni (la Roma è quella di oggi, non del '75, quasi a significare che Pasolini è vivo o almeno che il mondo in cui viviamo è quello che aveva previsto), niente citazioni. (...) L'ambizione di 'Angelus Novus', e non è cosa da poco, è quella di essere un film tutto in soggettiva, la coraggiosa rievocazione dall'interno di un itinerario poetico ed esistenziale. Peccato solo che la misura unica del lungometraggio si riveli una volta di più un letto di Procuste, sul quale Misuraca è costretto a stendere e dilatare il suo progetto. Il montaggio, eroico, è dell'ottimo Roberto Perpignani. Il bel commento musicale è di Vittorio Gelmetti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 Settembre 1987)