LA TRAMA DI ALLE CINQUE DELLA SERA
Alle cinque della sera, film diretto da Samira Makhmalbaf, narra la storia di Noqreh (Agheleh Rezaie), giovane che vive in Afghanistan dopo la caduta del regime dei talebani. Sebbene ormai le forze del fondamentalismo islamico non siano più al potere e molti desiderino tornare a una vita più libera, soprattutto le donne, c’è ancora chi si ostina a rispettare le vecchie tradizioni. Uno tra questi è il padre di Noqreh (Abdolghani Yousef-Zay), uomo anziano e tradizionalista che si rifiuta di mandare la figlia a scuola, ora finalmente di nuovo accessibile a tutti.
Ma Noqreh non ci sta e mostra spesso atti di ribellione, come non indossare adeguatamente il burqa. Ciò che la ragazza desidera di più è però studiare e per riuscirci si reca a scuola di nascosto dal padre, il quale è sempre più scioccato dai cambiamenti culturali e sociali che avvengono a Kabul. Grazie all’aiuto di una rifugiata pakistana, Noqreh tenta di realizzare il suo sogno nel cassetto: diventare la presidente della repubblica dell'Afghanistan
RECENSIONE
"Frammentario ed incerto, il terzo film della 23enne figlia d'arte Samira Makhmalbaf è riuscito a metà. Il filo poetico (il titolo è un celebre verso di Lorca) non sempre si intreccia con quello documentario. E anche le mille suggestioni colte sul posto, le facce, i gesti, i dialoghi, il fotografo che insiste per ritrarre Noqreh col burqa, il soldatino francese che non sa e non vuole sapere di politica, stentano a formare un quadro coerente. Urgenza e verità non bastano a garantire risultati. Il finale però sembra uscito da un film di Ferreri anni '60, mentre è tragicamente vero. La famiglia è smarrita nel deserto, un asino scalcia nell'agonia, il vecchio padre tradizionalista scava con un sasso la fossa per un neonato morto di stenti. Mentre sopra questa umanità tornata all'età della pietra, più lontani del Paradiso, volano aerei ed elicotteri occidentali". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 maggio 2003) "Meno felice stavolta la prova della 23enne Makhmalbaf, a cominciare dal titolo che inopinatamente tira in ballo l'usurata poesia di Garcia Lorca (ma forse per gli asiatici è una novità). (...) Per essere un film impegnato, 'Alle cinque della sera' risulta curiosamente estetizzante, tanto che la tetraggine della società talebana rischia di apparire attraente nei totali con la schiera azzurra delle donne mascherate". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 maggio 2003)"Piacerà a quanti hanno amato il film precedente della Makhmalbaf 'Viaggio a Kandahar'. Samira è brava anche qui. E persino ruffiana (non manca di inserire un riferimento alla cultura occidentale, coi fatidici versi di Garcia Lorca)". (Giorgio Carbone, 'Libero', 26 settembre 2003)"Ancora poesia. Nelle immagini splendide. In cornici che senza fratture di stile, trascorrono dai tuguri ai palazzi, una volta splendidi ora quasi solo macerie. In cifre in cui il dolore, dato come basso continuo, sa accompagnarsi al sorriso, mentre ogni personaggio, pur rappresentando realisticamente solo dal di fuori, si conquista sempre un suo segno. Visivo e psicologico. Un film poesia. Anche senza Garcia Lorca". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 26 settembre 2003)"Fra bloc-notes ed elegia, 'Alle cinque della sera', terzo film di Samira Makhmalbaf, accumula volti, spunti, suggestioni con calcolata incoerenza. Ma quel finale straziante nel deserto, apocalisse con vecchio, bambino e somaro, è un momento che non si dimentica". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 settembre 2003).
CURIOSITÀ SU ALLE CINQUE DELLA SERA
Il film ha vinto il premio della giuria e il premio della giuria ecumenica al festival di Cannes nel 2003.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI ALLE CINQUE DELLA SERA
PREMI E RICONOSCIMENTI PER ALLE CINQUE DELLA SERA
Festival di Cannes - 2003
Ecco tutti i premi e nomination Festival di Cannes 2003
- Premio della Giuria
- Premio della Giuria ecumenica