Francesco Nuti, il ricordo amaro di Giuliana De Sio: "Si è autodistrutto, è incomprensibile"
Giuliana De Sio racconta al Fatto Quotidiano la sua malinconia per la parabola autodistruttiva di Francesco Nuti, che amò e col quale fu coprotagonista di Io, Chiara e lo scuro e Casablanca Casablanca.
La morte di Francesco Nuti il 12 giugno ha intristito una buona parte del pubblico italiano, legato all'umorismo surreale e passionale dell'attore e regista toscano. Ha colpito profondamente anche Giuliana De Sio, sua compagna per un breve periodo e con lui interprete di Io, Chiara e lo Scuro (1982) di Maurizio Ponzi e Casablanca, Casablanca, esordio alla regia di Nuti del 1985. Per lei la scomparsa progressiva di Francesco, la sua autodistruzione è stata "misteriosa e incomprensibile".
Giuliana De Sio: "Francesco Nuti ci ha lasciato tanto tempo fa"
Ha pochi dubbi Giuliana De Sio sulla decisione di Francesco Nuti di allontanarsi dolorosamente dall'esistenza, molto prima dell'incidente domestico che nel 2006 lo rese disabile, dopo un periodo disperato contro la depressione e l'alcolismo. "Ha avuto tutto e deciso di perdere tutto", dice Giuliana, "è caduto dentro molto prima che cadesse tecnicamente. Ci ho pensato tante volte, non c’è un vero perché, certo l’ho visto soffrire moltissimo per la morte del padre, ma a quanti è capitato. È come se ad un certo punto avesse deciso, [...] mi ricordo una conferenza stampa in cui annunciò che voleva suicidarsi". Secondo l'attrice e un tempo compagna, che di recente lo portò di persona a Prato in carrozzella, per una celebrazione del suo lavoro, è stato proprio il successo ad attivare una spirale che l'ha portato alla depressione, facendo da "detonatore". De Sio spiega quanto fosse diventato difficile mantenere un contatto con lui, a causa delle condizioni di salute, ricordando che il regista (e un tempo suo cosceneggiatore) Giovanni Veronesi sia stato tra i pochi del mondo dello spettacolo a non perderlo mai di vista, nonostante tutto.
Il dolore di Giuliana si mischia ai ricordi, per un periodo molto felici: "casini, risate, cene, cantate con la chitarra, il Festival di Sanremo [nel 1988 con "Sarà per te", ndr] che lo emozionò come se avesse vinto il Nobel. La prima regia, il primo ciak spaesato a Tangeri, mi sembra ieri".