Masterchef, l’esterna a Messina e primi screzi: incontro con le due eliminate
Prime due eliminazioni durante la terza serata di Masterchef tredicesima edizione. Si parte con pane e salame e si chiude con un pressure test sulla pasta ripiena dopo un'esterna sullo stretto di Messina. Incontro con le prime due eliminate.

“Vi stiamo scoprendo. Buon viaggio”. Metafore marine a profusione da parte die tre chef/giudici per concludere la terza serata di Masterchef 13, la prima con (due) eliminazioni. Per essere appena uscito dal porto, il battello dalle alterne fortune del cooking show ha già presentato molte tensioni e alleanze, disfide e un sonoro “vaffanculo”, con pochi precedenti nella storia del programma. Una prima esterna fra marosi agitati, mai come le tensioni interne alla squadra blu, sullo stretto di Scilla e Cariddi, preparando da mangiare per coraggiosi nuotatori fra Reggio Calabria e Messina.
Si stanno già delineando alcune personalità all’interno del gruppo a venti, anzi ormai a diciotto. C’è Michela, forte personalità e candidata al ruolo di “cattiva”, Antonio, che vuole vincere ma sembra già chioccia, amato da molti, Valeria, battitrice libera, ed Eleonora, con la sua stralunata follia, in attesa del genio. Il golden pin è la novità strategica di questa stagione, regalando la possibilità salvarsi dall’eliminazione. Già si intuisce come potrebbe incidere sui rapporti fra i concorrenti e aumentare tensioni interne in squadre forse ritenute “troppo armoniche” dagli autori nell’ultimo paio d’anni.
Masterchef è tenzone per palati fini, sicuramente, ma le amicizie non sempre giovano al godimento di chi lo gusta da casa. Chissà se c’era bisogno. L’ecumenico (aka cucina cuore e lacrime) nascosto in chi scrive si augura che non si esageri nella guerra civile. Equilibrio, ci vuole, non solo nei piatti ma anche fra chi li concepisce ed esegue in una cucina che rimane pur sempre scenario di un gioco. I nuovi episodi di MasterChef Italia, show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, tutti i giovedì su Sky e in streaming su NOW e sempre disponibile on demand, ieri sera su Sky Uno/+1 e on demand, sono stati seguiti da 849mila spettatori medi e il 4,3% di share, in crescita del +4% rispetto agli omologhi episodi della scorsa edizione e del +23% rispetto a una settimana fa, Nei sette giorni, i due episodi della scorsa settimana segnano 1.892.000 spettatori medi, con 2.739.000 contatti unici: dati in linea rispetto ai due episodi precedenti.
Dopo la Mystery Box che ha visto come piatto inusuale di partenza un panino al salame, grande classico delle merende italiane, sono stati proposti dieci ingredienti - coppa di maiale dei Nebrodi, cavolo riccio, formaggio Roquefort, nespole, finocchio, papaccella napoletana, fegato di vitello, melassa di melagrana, cipolla bianca di Margherita di Savoia e birra chiara - con l’obiettivo di creare un piatto. È stata Eleonora (primo barlume di genialità?) con All my liver (fegato speziato alla birra con cipolle, finocchi gratinati con salsa di Roquefort, panna e latte) ad aggiudicarsi a prova con relativa Golden Pin, a garanzia dell’immunità di una prova a sua scelta per le prossime settimane, e un vantaggio nel successivo Invention Test, una sfida tra i due grandi mari d’Italia, Tirreno e Adriatico, e i loro ingredienti: a lei il compito di dividere la classe in due, assegnando quindi i piatti di uno dei due versanti marini italiani.
Una sfida creativa e con la possibilità di spaziare con grande libertà: alla fine i giudici hanno premiato il piatto dell’Adriatico di Antonio, Canocchie e Macco (purea di cicerchie con canocchie in umido e salsa di cicoria). Il piatto peggiore è stato invece quello di Chù, con il suo Hope, pesce azzurro con asparagi bianchi su salsa di squacquerone, ma con una testa intera di aglio che ha inorridito chef Cannavacciuolo. Prima eliminata, quindi. Nonostante questo è sembrata sorridente e sempre positiva, proprio come in trasmissione, nel corso di un incontro via zoom post eliminazione.
“È stata una bellissima esperienza, anche se brevissima”, ci ha detto Chù. “Un’avventura che mi ha fatto imparare molte cose anche su di me. A volte bisogna lasciarsi andare senza avere paura e dare il massimo di quello che possiamo, crederci senza avere rimpianti. Ho conosciuto belle persone, i colleghi sono tutti bravi e vinca il migliore, io voglio bene a tutti. Non mi aspettavo il commento sul mio piatto, definito immangiabile da chef Cannavacciuolo. Senza aglio si poteva mangiare benissimo. Ci tengo veramente tanto alla cucina, mi piacerebbe sperimentare, magari in un ristorante e scuola di cucina. È una grande passione che mi ha aiutato a conoscere una parte di me che non conoscevo. È una medicina che mi rende felice. Speravo di vivere la prova con Iginio Massari, avendo portato un dolce per entrare nella cucina”.
Nel frattempo i restanti diciotto, con Alice direttamente al pressure test rimasta a casa, sono andati a Messina per la prima Prova in Esterna. Hanno dovuto cucinare per i 40 nuotatori che, per celebrare il 70° anniversario dalla prima traversata a nuoto dello Stretto, hanno ripetuto l’impresa. Antonio, vincitore dell’Invention Test, ha potuto comporre le due brigate scegliendo anche i rispettivi menù: grembiule rosso per lui - insieme a Deborah, Filippo, Eleonora, Nicolò, Alberto, Anna, Kassandra e Settimino; la brigata blu è stata capitanata invece da Lorenzo, affiancato da Marcus, Michela, Andrea, Beatrice, Fiorenza, Niccolò, Sara e Valeria. I piatti di mare hanno vinto la prova, blu condannati al Pressure Test che aveva come protagonista la pasta ripiena. Gli sfidanti dovevano abbinare, uno per uno, diciotto tipologie di pasta al rispettivo ripieno; i primi a sbagliare sono dovuti passare allo step successivo, l’ideazione di un nuovo formato e di un nuovo ripieno per una vera e propria “pasta d’autore” inedita: peggiore della prova Fiorenza, che ha dovuto abbandonare Masterchef Italia.
“È un’esperienza che consiglio a chiunque abbia passione per la cucina”, ha dichiarato Fiorenza. “Mi ha lasciato maggiore consapevolezza di me, che a trent’anni sto cercando la mia strada. Ho conosciuto persone bellissime, purtroppo per poco tempo, da regioni e con modi di fare diversi, stando con loro sempre. Un ricordo meraviglioso, anche se purtroppo breve. È un gioco, capita di discutere, come con Valeria ieri sera. Ho deciso che la mia vita cambierà, dopo dieci anni di un lavoro fatto con passione, ma ripetitivo e nel quale mi confronto solo con cose tristi. Voglio cucinare, studiando tanto, perché non bastano amore e passione. Qualsiasi cosa, pur di stare ai fornelli. A Masterchef si crea una magia fra di noi, compresi i giudici, difficile da capire dall’esterno. Amiamo tutti la cucina, ci confrontiamo, al di là della competizione. È come essere al di fuori del mondo reale, in un mondo perfetto. Poi avere a che fare con i giudici è bellissimo. Cannavacciuolo è il mio preferito. L’esterna è stata difficile da gestire, si è vista la tensione e la voglia di mangiarsi il mondo. Nonostante i litigi e le urla, per alcuni di noi c’è stato spirito di squadra. È stata una botta di adrenalina”.
Michela si candida a “cattiva” del gruppo, per la sua forte personalità che rischia di isolarla dagli altri? “È competitività, non è una persona cattiva”, secondo Fiorenza, “dipende dall’idea di leadership che si ha. Io non solo quella che urla, ma fa fare il lavoro nel modo giusto. Vive la competizione ma non è messa da parte, se decide di stare sola per i fatti suoi va bene così”.