Il Commissario Ricciardi 2: Lino Guanciale racconta la turbo accelerazione di Ricciardi, fra amore, empatia e fantasmi
Questa Sera comincia su Rai 1 la Seconda Stagione de Il Commissario Ricciardi, la serie con Lino Guanciale tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni. In un'intervista esclusiva l'attore ci racconta di tutto e di più sul personaggio che vede i morti e suo malgrado si innamora.
- Il Commissario Ricciardi e le emozioni
- Lezioni d'amore
- Essere Lino Guanciale
- Il Commissario Ricciardi è empatia
- Ricciardi e Lino Guanciale
- La giustizia del Commissario Ricciardi
- La nostra intervista esclusiva a Lino Guanciale
Con trepidazione e grande emozione vogliamo festeggiare il ritorno del Commissario Ricciardi, uno dei personaggi più amati dal pubblico televisivo italiano. Interpretato da Lino Guanciale, Luigi Alfredo Ricciardi Barone di Malomonte nasce dalla fervida immaginazione di Maurizio De Giovanni, che lo ha collocato nella Napoli degli anni Trenta e in 13 romanzi (più qualche racconto), gli ha messo accanto il robusto Brigadiere Raffaele Maione, lo ha reso oggetto del desiderio di due donne e soprattutto gli ha dato una capacità soprannaturale che è anche la sua maledizione: vedere i fantasmi delle persone morte in maniera violenta e "ascoltare" i loro ultimi pensieri. Ossessionato dalla giustizia e dalla determinazione a catturare gli assassini, malinconico e stretto nel suo impermeabile quando fa freddo o tira vento, Ricciardi sarà protagonista, a partire da Questa Sera, in Prima Serata su Rai 1, di quattro nuove puntate.
A dirigere la Seconda Stagione della serie del Commissario Ricciardi questa volta è Gianpaolo Tescari, mentre il cast resta lo stesso della prima stagione. Accanto a Lino Guanciale troviamo Antonio Milo (Raffaele Maione), Enrico Ianniello (Bruno Modo), Serena Iansiti (Livia Lucani), Maria Vera Ratti (Enrica Colombo), Mario Pirrello (Angelo Garzi), Fabrizia Sacchi (Lucia Maione), Nunzia Schiano (Rosa Vaglio), Adriano Falivene (Bambinella), Marco Palvetti (Falco), Veronica D'Elia (Nelide). La new entry più importante è Fiorenza D'Antonio, che fa la parte di Bianca Palmieri di Roccaspina, che si rivelerà un’importante alleata di Ricciardi. E sempre a proposito di Ricciardi, Lino Guanciale ha parlato diffusamente del personaggio, e delle sfide che gli ha imposto nella prima e nella seconda stagione, ai giornalisti di settore. C'eravamo anche noi nel fortunato gruppo, e queste sono le interessanti dichiarazioni dell'attore dai capelli scuri e gli occhi azzurri che stavolta non ha più un ricciolo ribelle sulla fronte ma conserva il proverbiale ciuffo di Luigi Alfredo.
Il Commissario Ricciardi e le emozioni
Il fatto che abbiate a cuore questo personaggio è evidente dalla domanda che tutti mi ponete, e cioè se Ricciardi riuscirà finalmente ad avere una relazione amorosa normale. Lo dico con una battuta, ma in realtà lo penso veramente: ha del miracoloso il fatto che un uomo che ce la mette tutta per apparire una specie di sociopatico, e che si tiene a distanza dalle emozioni, scateni un riscontro tanto grande presso il pubblico televisivo. Ciò significa che in qualche modo abbiamo lavorato bene. Nella prima stagione abbiamo visto aprirsi diverse crepe nella corazza che il Commissario Ricciardi si è costruito per proteggere gli altri da se stesso. Malgrado lui voglia tenere in piedi questa corazza, ciò che è accaduto nella prima stagione ha lasciato un segno indelebile, e posso anticiparvi, senza spoilerare, che dalla prima alla quarta puntata della seconda stagione le crepe di Ricciardi diventeranno falle, falle che lasceranno passare la forza del desiderio di meritare un po’ di felicità.
Lezioni d'amore
Il Commissario Ricciardi andrà senz'altro incontro a dei cambiamenti, e in questo senso io ho vita facile grazie alla scrittura e all'inventiva di Maurizio De Giovanni, che con "Caminito" ha aperto il secondo ciclo di Ricciardi. Nel primo ciclo troviamo nel mio personaggio una crescita fortissima di consapevolezza del posto da dare all'amore nella vita. Lo hanno detto anche gli sceneggiatori: è una lunga storia di formazione questa. I primi 12 romanzi di Ricciardi sono il racconto di un'educazione emotiva e sentimentale. In queste 4 puntate della seconda stagione c'è una turbo-accelerazione dal punto di vista dei sentimenti, soprattutto se si pensa ai ritmi affettivi che il Commissario ha avuto nella prima stagione.
Essere Lino Guanciale
Essere Lino Guanciale è un inferno, perché c'è sempre tanto da fare. E tuttavia, parafrasando un autore che appartiene alla nostra generazione, mi viene da dire che "sono un ragazzo molto fortunato". La prima cosa che bisogna avere, quando si fa il mio lavoro, è il rispetto della fortuna che si ha, e quindi delle occasioni che ci vengono date. Bisognerebbe cercare di non sprecarne neanche una e tentare di fare sempre scelte capaci di metterci in discussione, andando a fondo in queste scelte. Se qualcuno mi avesse fatto questa domanda 10 anni fa, avrei risposto: "Ma magari ce cascano!", nel senso che è molto bello riuscire a fare tante cose, spostarsi da un linguaggio all’altro. È una fortuna poterselo permettere.
Il Commissario Ricciardi è empatia
La vera difficoltà, che poi è anche il fascino di questo personaggio professionalmente parlando, sta nella resa di un'enorme capacità di empatia, un'enorme capacità emotiva che il Commissario nasconde sotto a una molteplicità di strati, dalla sua pelle all'impermeabile che indossa. Con Alessandro D’Alatri, il regista della prima stagione, avevamo deciso che tutto sarebbe dovuto passare dagli occhi di Ricciardi, come effettivamente accade nei romanzi. Ci sono descrizioni magnifiche che Maurizio De Giovanni fa, che sono state fin dal primo momento un riferimento importante per me, ma credo che tutti quanti siamo partiti dal materiale che c’è nei libri, a cominciare da alcuni importanti dettagli. Ricciardi, per esempio, tiene le mani in tasca perché non riesce a fermarle nei momenti in cui è più nervoso, e lo è spesso, più di quanto non si veda all'esterno. I suoi occhi esprimono sempre una fortissima commozione o sono in moto perpetuo, perché alla ricerca di segni che lo aiutino a risolvere gli enigmi che si trova davanti, o anche per fuggire dalle apparizioni che lo perseguitano. Io ho cercato di affrontare la serie del Commissario Ricciardi come un gioco molto divertente da fare, senza pensare alla mia eventuale capacità di portare a casa un buon risultato. Sono ancora concentrato sul farlo bene. Sarete voi a giudicare la riuscita o meno dell’impresa.
Ricciardi e Lino Guanciale
Magari fossi come Ricciardi! Il Commissario Ricciardi è un uomo dal senso etico incredibilmente forte. Inoltre ha un'incredibile capacità di resistenza al dolore, alle prove a cui la sua realtà lo sottopone. Mi piacerebbe davvero essere come lui. Ho cercato di costruire dei punti di contatto con questa figura, come fa qualunque attore o attrice che si trova di fronte a sfide così impegnative. Probabilmente, se proprio dobbiamo cercare un tratto caratteriale che accomuna me e il Commissario Ricciardi, allora direi la dedizione. Di sicuro Ricciardi si porta dietro anche un carico di esemplarità per il modo in cui affronta il proprio mestiere e i propri guai.
La giustizia del Commissario Ricciardi
Del suo trauma Ricciardi in qualche modo fa una forza, e lo fa fin da adolescente, quando capisce che, se comprende chi è responsabile davvero della morte violenta delle "manifestazioni" che lo perseguitano, potrà dare sollievo a loro e a se stesso, facendole sbiadire fino a scomparire. Nel momento in cui si rende conto di questo, Ricciardi decide immediatamente di fare il Commissario, di studiare legge per far ruotare la propria vita intorno alla giustizia, che poi, significa allo stesso tempo dare un senso al proprio dono (o alla propria maledizione), rifiatare ed essere utile nel mondo, il che ovviamente non lo solleva dal percorrere strade con grandi biforcazioni. Lo abbiamo già visto nella prima stagione e torneremo a vederlo nella seconda. Lo sanno bene le appassionate lettrici e gli appassionati lettori: la giustizia di Ricciardi non sempre coincide con quella della legge. Ci sono occasioni in cui il Commissario si prende la libertà di agire secondo il proprio arbitrio per far coincidere la legge e la giustizia attraverso quella che ritiene la soluzione umanamente più corretta, nel rispetto di chi è davvero la vittima dei fatti di sangue sui quali sta indagando. Anche in questo sta la grandezza di Ricciardi: in questa capacità di far trionfare la giustizia anche a dispetto degli impedimenti di cui siamo responsabili.
La nostra intervista esclusiva a Lino Guanciale
In occasione della presentazione alla stampa della Seconda Stagione del Commissario Ricciardi, abbiamo avuto il grandissimo piacere di incontrare Lino Guanciale nella sede della Rai di Viale Mazzini 14. Ecco la nostra intervista all'attore: