Emotivi anonimi - intervista al regista Jean-Pierre Améris
Troppo alto da diventare timido, abbastanza emotivo da farne un film. Il cordiale e simpatico Jean Pierre Améris ha parlato a Roma del suo Emotivi anonimi, la commedia sentimentale che ha conquistato il pubblico francese con oltre un milione di spettatori, ed è in uscita da noi il 23 dicembre
Troppo alto da diventare timido, abbastanza emotivo da farne un film. Il cordiale e simpatico Jean Pierre Améris ha parlato a Roma del suo Emotivi anonimi, la commedia sentimentale che ha conquistato il pubblico francese con oltre un milione di spettatori, ed è in uscita da noi il 23 dicembre distribuito da Lucky Red.
Toccando un tema tanto delicato quanto diffuso Jean-Pierre Améris è stato tanto bravo da andare sul personale e trovare la chiave buffa di metterlo in scena. I protagonisti Angélique (Isabelle Carré) e Jean-René (Benoît Poelvoorde) sono due timidi cronici, appassionati entrambi del cioccolato tanto da farne una professione (lui assume lei nel suo laboratorio, sulla via del fallimento). Si piacciono molto, ma cercano di mascherare, con inevitabili gaffe e strani comportamenti, questa loro emotività. Finché la voglia di contatto prenderà il sopravvento.
E' il film più autobiografico, non c'è dubbio, per il regista francese che si è lasciato domandare il perché di questa idea e le sensazioni che lo hanno guidato. Jean-Pierre ha scoperto l'esistenza degli "Emotivi Anonimi" circa dieci anni fa, frequentando per un po' questi gruppi ha ravvisato in molte persone (spaziando da uomini di successo, donne attraenti o signore della porta accanto) quello che bloccava anche lui, e altri mille motivi di tensione. “Questa paura sociale diffusa mi ha stupito e commosso. Ho pensato di poterne trarre un film con toni divertenti proprio perché, durante questi incontri, spesso si rideva insieme delle situazioni incredibili che ognuno affrontava. Gli iperemotivi sono talmente pronti a tutto pur di fuggire il confronto, che finiscono col trovarsi in situazioni imbarazzanti, complicate e grottesche. Parlandone insieme non ci si sente soli”.
Il cioccolato che guida e aiuta i due attori è stata un’idea venuta semplicemente dal fatto che “abbiamo scritto la sceneggiatura insieme al belga Philippe Blasband in una sala da thé, mangiando cioccolato e pasticcini. E poi certamente non è un alimento innocuo, è qualcosa che si offre, è un piacere delizioso che solleva l’umore”. Améris continua dicendo “volevo proprio costruire un mondo a parte, nonostante si tratti di un ambiente lavorativo, non volevo fosse troppo realista. E la fabbrica di Jean-René è più che altro un piccolo laboratorio artigianale”.
Isabelle Carrè e Benoît Poelvoorde? Aveva pensato proprio a loro. "Isabelle è molto simile ad Angélique, del resto molti attori sono emotivi e questa vicinanza le ha permesso di darmi ottimi consigli. E’ sua l’idea di canticchiare per darsi sicurezza. In particolare la canzone che ripete è La confiance, tratta da Tutti insieme appassionatamente". Anche Benoît è stata la prima scelta: "è un attore incredibile e trovavo interessante mostrarlo in una luce un po’ diversa. Lui è un uomo estroverso, parla a voce alta, fa battute, ma anche quella è una strategia". Per l'ambientazione e l'ispirazione dei personaggi il regista parla della tradizione americana e anglosassone: "adoro le commedie di Billy Wilder e Blake Edwards. A Isabelle in verità ho detto di guardare Ginger Rogers, mentre Benoît per me è un po' James Stewart in Scrivimi fermo posta di Lubitsch". Nonostante il successo, Améris dice con genuinità "tanto trovo altri motivi per stare in ansia", però quel che lo rende felice è che "il mio obiettivo di dare fiducia alle persone attraverso questo film è stato raggiunto". Sembra che molti scrivano per ringraziarlo, ed è importante affrontare il disagio "la passione per il cinema a me è servita proprio come spinta continua e positiva".
Niente male per la prima commedia di un autore che ha messo sempre al centro dei suoi film la paura di qualcosa. Che non pensa a un remake americano, ma "se fosse dovrebbe essere con Steve Carell e Anne Hathaway". Adesso si gode la soddisfazione, è il fatto che durante un cocktail ai festival, anche se svetta su tutti non gli dispiace, troppo.