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Rocco Schiavone 6, Marco Giallini: "È più disilluso, come tutti", l'incontro col cast, l'anticipazione della prima puntata

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Marco Giallini, in compagnia del regista Simone Spada e di altri membri del cast, ha presentato a Roma la sesta stagione di Rocco Schiavone, divisa in quattro appuntamenti a partire dal 19 febbraio.

Rocco Schiavone 6, Marco Giallini: "È più disilluso, come tutti", l'incontro col cast, l'anticipazione della prima puntata

Parte il 19 febbraio su Rai 2 alle 21:25 la sesta stagione di Rocco Schiavone con Marco Giallini, i cui quattro appuntamenti sono resi disponibili simultaneamente su Rai Play: co-produzione Rai Fiction e Cross Productions, sempre tratta dai romanzi e racconti di Antonio Manzini, la serie è di nuovo diretta da Simone Spada, alla sua quarta esperienza col ruvido poliziotto. Nel cast c'è la new entry Paolo Bernardini nei panni di Italo Pierron, insieme a gran parte del cast ricorrente, tra cui Claudia Vismara e Christian Ginepro. Abbiamo incontrato il protagonista e una parte del cast per la presentazione di Rocco Schiavone 6. Leggiamo cosa ci hanno detto, poi anticipiamo qualcosa della prima puntata in onda.

Marco Giallini, l'evoluzione di un poliziotto in Rocco Schiavone 6

Come ritroviamo Rocco Schiavone nella sesta stagione? Secondo Marco Giallinipiù disilluso, un po' meno alla ricerca dell'amore, pure più ciancicato, perché mi ero dimagrito un po' per un film precedente, cinque chili in meno all'età nostra si vedono di più." Questa disillusione, domanda la collega, è condivisa dal paese intero? "Tra gli italiani questo mi sembra palese... È la sparizione delle edicole che mi mette paura. I colori delle città. Vai a via Veneto, c'è quel grigiore di domenica mattina che uno dice: ma perché? Ma quanto è bella un'edicola? Quell'odore di carta quando entri, di alberi: erano belle per i colori, per il movimento della gente, non c'è più niente. Ho detto le edicole per dire che veramente questa cosa per me è abbastanza emblematica. Scusate, forse il disilluso è in cottura."
Giallini scherza sulla sua adozione da parte di Aosta e dintorni, dove ormai lui e il cast sono di casa, come il personaggio. C'è anche un vantaggio, che rispetto a Roma da quelle parti "non mi caga nessuno". È sinceramente affezionato a Schiavone: "È l'unica serie che ho fatto così tanti anni, ma poi era il mio sogno in realtà da ragazzo, quando volevo fare questo lavoro, interpretare una sorta di ciancicato, maledetto, alla francese."
Qualcuno azzarda un'interessante domanda sulla collocazione della serie: alla sesta stagione, non sarebbe ora di una "promozione" su Rai 1? Giallini non segue questi discorsi e la prende con filosofia: "Io sto bene lì, se stanno bene lì loro, sto bene pure io. I telespettatori ci sono? Sì. Quando uscì Schiavone ebbe più della metà degli spettatori della scuola media superiore. E questa cosa mi colpì, ma non perché gli altri siano persone da non prendere in considerazione, ci mancherebbe. Era perché comunque aveva un peso il fatto che i ragazzi dessero un'occhiata a Schiavone. [...] C'è stato un momento dove si parlottava di questa ipotesi di Rai 1, ma poi fanno tutto loro. Ci sono delle cose, piccole cose di Schiavone che magari non possono essere trasmesse? Io non lo so come funziona."
Un altro momento di umorismo: suo figlio si chiama Rocco come il suo personaggio, come la prende? "Rocco la prende bene, qui l'hanno preso anche a lavorare perché era mio figlio, nel reparto di regia. Mi pare che se l'è cavata discretamente, di conseguenza la prende benissimo, per lui è una fonte di guadagno. Dell'omonimia non gliene frega niente!"
Il suo rapporto con la polizia? "Ah, molto buono, nel senso che dopo la multa mi fanno anche: ma è lei, facciamo una foto per mia moglie? Però prima la multa me la fanno."

Rocco Schiavone 6, ritorni, new entry e regia

Nella sesta stagione torna la viceispettrice Caterina Rispoli, interpretata da Claudia Vismara, che solletica così la nostra curiosità: "Durante la seconda stagione Caterina l'ha decisamente tradito. E si porta ancora appresso i segni di questo tradimento. Credo che Rocco e Caterina non abbiano mai smesso di volersi bene, anche se lui fa il burbero e dice che non è così. Caterina non ha problemi ad ammetterlo. E durante le successive quattro stagioni il filo tra questi due personaggi non si è mai spezzato. Prima era l'ossessione di Rocco, poi è tornata portando delle fondamentali informazioni alla fine della quinta stagione, che daranno poi via a tutta la caccia ai fantasmi del passato di questa stagione. È un personaggio che mantiene un suo fascino, un suo mistero, perché Antonio Manzini poi non l'ha mai del tutto completato, il suo mistero. Quest'anno torna ufficialmente nella questura di Aosta. Quindi vediamo che succede."
Paolo Bernardini sostituisce Ernesto D'Argenio nei panni dell'agente Italo Pierron: "Il primo giorno sul set era come se stessi già lì da parecchio tempo. Mi hanno fatto sentire a casa. Non è così facile entrare in corsa, no? Il mio personaggio è molto combattuto. Ha amore e odio. Guarda Rocco Schiavone con molta difficoltà. Perché vorrebbe delle cose e non le vorrebbe. Lo sto deludendo per delle scelte. Per la fragilità del mio personaggio." Questa fragilità è legata al tema della ludopatia: "Non porta a qualcosa di buono dipendere, a prescindere dal motivo, ci sono moltissime dipendenze. Ti può dare quel senso di ebrezza molto breve, per poi affossarti. Te la porti dentro con gravi conseguenze."
Simone Spada era già subentrato alla regia della serie dalla terza stagione: "Mi piace il mondo che creiamo, mi piace la... temperatura recitativa, che è un'espressione un po' pesante, però mi piace pensarla così. Tanto parte dalla scrittura di Antonio, mi piace confrontarmi col testo e poi mi piace in Val d'Aosta, è diventata una casa. La parte organizzativa, la parte produttiva, è faticosa, però quando diventa una sfida è bello poterla affrontare. La fatica c'è, ma è relativa". E il rapporto con Giallini? "Marco è un grande attore, questo personaggio l'ha fatto suo. Avevamo fatto un altro film insieme prima di Rocco Schiavone. Io lo maledico certe volte, perché mi fa impazzire. Però poi ci faccio subito pace, perché poi quando sono al montaggio, ma anche quando sono in ripresa, vedo la sua faccia, soprattutto il suo primo piano... e mi sciolgo. Non lo dovrei dire, sennò poi... "

Rocco Schiavone 6, l'anticipazione della prima puntata

Nella prima puntata della sesta stagione di Rocco Schiavone, il poliziotto si divide tra un delitto in montagna e un altro nella sua Roma, dove torna per deporre al processo che coinvolge Mastrodomenico, Sebastiano e l’ispettrice Caterina Rispoli. Ad Aosta un giovane viene ritrovato ai piedi di un dirupo: i tre coetanei altolocati nel rifugio dove la vittima soggiornava non lo convincono, come non lo convince la storia che sembrano aver messo in piedi. Nella Capitale invece, con la collaborazione di Brizio e Furio, dà per amicizia una mano a risolvere il mistero del corpo di un settantenne, ritrovato amputato ai piedi del Monte dei Cocci. Circondato dall'atmosfera del Carnevale, Rocco affronta ancora i propri fantasmi, nella difficoltà di lasciarsi il passato alle spalle, soprattutto l'eterno ricordo della moglie Marina, con la quale continua a interagire nella sua mente.

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