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Solo per Passione - Letizia Battaglia fotografa: Stasera e Domani su Rai 1 la miniserie con Isabella Ragonese

Arriva su Rai 1 in due serate, il 22 maggio e il 23 maggio alle 21.25, il film biografico Solo per Passione - Letizia Battaglia fotografa, che il regista Roberto Andò dedica alla straordinaria figura della fotoreporter palermitana, scomparsa lo scorso 13 aprile. Con una bravissima Isabella Ragonese.

Solo per Passione - Letizia Battaglia fotografa: Stasera e Domani su Rai 1 la miniserie con Isabella Ragonese

Il 23 maggio si celebra la Giornata della Legalità, in memoria del magistrato Giovanni Falcone e di tutte le vittime di mafia nel trentennale della strage di Capaci. La Rai nella sua programmazione dà ampia copertura a questi tragici eventi, che vanno di continuo ricordati alla memoria di un Paese che tende troppo facilmente a dimenticare. Oltre ai documentari e speciali sull'argomento, va in onda in due serate su Rai 1, il 22 e il 23 maggio alle 21.25, la miniserie biografica (che in fondo è un film in due parti) Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa, diretta da Roberto Andò e con Isabella Ragonese nei panni della leggendaria fotoreporter di mafia, intellettuale, politica e donna di impegno civile, scomparsa purtroppo lo scorso 13 aprile. Se moltissimi la conoscono nella sua veste professionale e ricordano le sue foto in bianco e nero che hanno raccontato il lungo calvario di Palermo assediata dalla mafia, la terribile mattanza durante la quale Cosa Nostra ha ucciso poliziotti, magistrati, cittadini inermi, nel corso del trentennio più efferato della nostra storia repubblicana, non sono a conoscenza della vita anticonformista e a tratti drammatica che Battaglia (nomen omen) ha dubito combattere, in una città e in un paese profondamente maschilisti, per affermare il suo talento e i suoi diritti. Tutto questo ci viene raccontato nella fiction a lei dedicata, che si avvale dell'apporto di un nutrito cast di attori siciliani, tra cui Paolo Briguglia, Fausto Russo Alesi e molti altri.

Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa: parlano il regista Roberto Andò e la protagonista Isabella Ragonese

Ed è con voce rotta dall'emozione che il regista Roberto Andò, palermitano, inizia il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione di un'opera a cui tiene molto, come uomo e come amico per una vita di Letizia Battaglia, che non ha voluto vedere la fiction su di lei, pur contribuendovi attivamente, finché non fosse stata finita, dicendogli "tanto non muoio. Ci vediamo alla conferenza stampa". Invece il 13 aprile, da tempo malata, la grande fotografa si è spenta ed è nel segno della sua assenza terrena ma della sua altrettanto forte presente nella storia del nostro paese che si parla di Solo per passione - Letizia Battaglia. Come racconta Roberto Andò, in un estratto del suo lungo intervento:

Oggi avevo un appuntamento con Letizia, un appuntamento che purtroppo non c'è stato ma che in qualche modo abbiamo rispettato. Lei è un personaggio a cui affidare un mandato, che si è conquistato non solo col suo lavoro di fotografa, per cui è stata acclamata come una delle maggiori del suo tempo, ma per l’opera di testimonianza, la sua irrequietezza che non si pacificava in nessuna forma: non si è mai risolta dentro qualcosa, questa idea di cambiare il mondo e di aiutare gli altri la dominava. Non era una donna facile, era generosissima ma sapeva essere anche brusca, scostante. Questi ultimi 3 anni sono stati intensi, da quando al Maxxi abbiamo concepito questa idea durante la grande mostra che le venne dedicata. Vedendola lì, quasi beatificata, con la gente che le chiedeva autografi e sapendo quello che aveva passato, la sera a cena le ho chiesto di fare una cosa su di lei. Lei mi ha risposto: "Sono diventata una santa, vogliono toccarmi". Però si è appassionata a questa idea. (...)

Isabella Ragonese interpreta Letizia Battaglia dai suoi 30 anni ai 65, e nonostante la sua riconosciuta bravura, l'attrice palermitana confessa di esser stata inizialmente intimorita dal ruolo e di essersi sentita felice quando ha ricevuto la benedizione della donna che aveva la responsabilità di rappresentare. Come ha raccontato Roberto Andò, dopo il primo incontro in cui l'aveva studiata per bene, Battaglia lo chiamò per dirle "non solo è bella, ma è anche molto, molto intelligente". Queste le parole dell'attrice:

Spero ovviamente che ne arriveranno altri, ma per ora questo per me è il ruolo della vita, non mi era mai capitato di avere tra le mani la responsabilità di una vita intera e di conoscere la persona che interpretavo, per cui sentivo il dovere di rispettarla e di fare qualcosa in cui si potesse rispecchiare. Lei è un simbolo che va al di là della donna stessa. Per me palermitana, per tutti noi, era come interpretare un monumento: tutti la conoscono, è molto trasversale, sempre presente nella città, nei momenti importanti. Quando giravamo in tanti la fermavano, la riconoscevano come parte della città. Io ero spaventata, sono stata felice di aver fatto il provino in modo da essere rassicurata sul fatto che potevo farcela, per la fiducia di Roberto e il suo coraggio, e la benedizione di Letizia. Al primo incontro avevo molta paura, sapevo che era una persona molto schietta, che diceva le cose senza giri di parole. Ho suonato il campanello, mi ha aperto e mi ha detto "tu sei l’attrice, sei troppo magra, ma le attrici devono esserlo, io ero più in carne", poi mi ha fatto un caffè, mi ha guardato e di tanto in tanto mentre parlavo mi scattava una foto: era il suo modo di mettere una persona non a suo agio, per poterla conoscere quando è senza difese, il suo modo come diciamo noi di "pittare la persona" in uno stato senza formalità, quando non pensa di essere guardata. Mi ha insegnato tante cose. Al primo incontro abbiamo scoperto di aver fatto la stessa scuola teatrale in tempi diversi e abbiamo parlato di teatro, che lei amava molto e quando l’ho vista sul set ho capito che era proprio attrice, spostava l’aria quando appariva. Averla conosciuta è stato un privilegio assoluto.

Andò definisce Letizia Battaglia, nata a Trieste e trapiantata a Palermo, come una persona inquieta e irrequieta, mai pacificata, nemmeno nella fotografia, tanto che a un certo punto le venne voglia di fare politica, e anche lì fu esposta a delusioni. Sposata giovanissima, appena 15enne dopo una "fuitina", trovò sulla sua strada persone non adeguate a lei, incluso il marito, un uomo molto buono ma che non sapeva raccogliere il suo desiderio di libertà. Al quotidiano "L'ora", Battaglia arriva a 39 anni, chiamata dal direttore Nisticò, unica donna di una redazione maschile, inizialmente come giornalista, per scoprire poi il suo talento con la macchina fotografica. Ottimista (come le disse Giovanni Falcone) al punto da essere ingenua, mai rassegnata, era "determinata a combattere e sconfiggere il drago". Accreditata come collaboratrice alla sceneggiatura (scritta da Andò insieme ad Angelo Pasquini e Giulia Zapelli), Letizia Battaglia si sentiva quasi ogni giorno col regista, a cui ha raccontato la sua vita e gli episodi più segreti, che sono stati portati sullo schermo con molta delicatezza, per non ferire i sentimenti delle persone che le hanno voluto bene, ma senza finzioni. Un lavoro che il regista palermitano ha definito "estremamente difficile, come scalare una montagna", ma di cui è oggi orgoglioso, con l'unico rammarico di non averlo potuto mostrare a chi ne è stata la protagonista nella realtà.

Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa: la trama della prima puntata

Nella Palermo bigotta e retrograda dell’immediato dopoguerra Letizia è una ragazzina curiosa e ribelle che a sedici anni decide di sposarsi. In poco tempo il sogno di autonomia e di emancipazione dalla famiglia si dissolve in un matrimonio rigidamente disciplinato dalle regole patriarcali: il ruolo di moglie e di madre di tre figlie non consente a Letizia di proseguire gli studi e anzi le sue curiosità intellettuali sono vissute come una minaccia dal marito che la ama di un amore possessivo e soffocante. Il corteggiamento da parte di un coetaneo provoca una durissima reazione nell’ambiente familiare del coniuge; accusata di adulterio, Letizia ha un crollo nervoso, viene ricoverata in una clinica svizzera e subisce un trattamento psichiatrico. Tornata a Palermo, col matrimonio in piena crisi e in uno stato di perenne fragilità emotiva, la giovane donna decide di affrontare il suo malessere con la psicanalisi. Trova così un equilibrio precario, conquistandosi un ruolo attivo nell’ambiente culturale palermitano e curando l’infelicità matrimoniale con sporadiche relazioni extraconiugali. Una situazione di compromesso nella quale però Letizia si sente ingabbiata. L’incontro con un giovane fotografo, Santi, con il quale nasce un’appassionata storia d’amore, la aiuta a fare la scelta definitiva: lasciare il tetto coniugale assieme alle tre figlie e cercare la sua strada. Priva di mezzi, alla ricerca di un lavoro, Letizia viene messa in prova come cronista dal direttore del giornale L’Ora, Vittorio Nisticò. Ogni articolo, però, va accompagnato da una foto e così, per caso, avviene il primo incontro di Letizia con la fotografia. La vita nell’ambiente intransigente del giornale non è facile per la giovane donna, alla quale si rimprovera l’estrazione borghese e una vita sentimentale disordinata. Così, quando il suo compagno Santi lascia Palermo per Milano, Letizia decide di seguirlo, anche se questo le costa la separazione dalla più grande delle figlie che sceglie di restare a Palermo con il padre. È a Milano che, tra difficoltà economiche e esistenziali, nei turbolenti ma vitalissimi primi anni settanta, Letizia si afferma come fotografa. Il suo successo professionale, unito a quello del suo compagno Santi, diventa il trampolino di lancio per il ritorno a Palermo, dove la coppia viene chiamata a dirigere il servizio fotografico de L’Ora.

Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa: la trama della puntata del 23 maggio

I primi tempi a L’Ora non sono facili per Letizia. L’impatto con la cronaca nera nella violenta Palermo è per la donna una difficile iniziazione; per non parlare dell’ambiente maschilista fatto di poliziotti, fotografi e cronisti, che si ritrova a frequentare. Gravano poi su di lei pesanti angosce private: l’unità della famiglia si è sfilacciata e le figlie la rimproverano di avere anteposto alle loro esigenze le sue ambizioni professionali. Nel lavoro viene comunque fuori il carattere della fotografa, che stabilisce un rapporto di stima con il capo della Mobile, Boris Giuliano, e crea intorno a sé un’affidabile squadra di collaboratori. Intanto, la relazione con Santi, insoddisfatto di quella vita convulsa vissuta in trincea, si è deteriorata. Di comune accordo la coppia si scioglie e Santi torna a Milano. Tempo dopo, Letizia, segnata dalla tensione e dallo stress, si prende una pausa dal lavoro e frequenta un laboratorio di teatro diretto dal regista Grotowski. L’insolita esperienza le fa conoscere un giovane fotografo, Franco Zecchin, con il quale nasce una tenera amicizia. Quando Letizia torna a Palermo, Franco la raggiunge e decide di entrare nel gruppo di fotografi de L’Ora. Intanto la criminalità mafiosa alza il tiro contro gli uomini delle istituzioni: la morte di Giuliano è un duro colpo per Letizia, che in modo rocambolesco fotografa l’arresto del suo assassino, Leoluca Bagarella. Ai morti per mafia la fotografa dedica le sue immagini più drammatiche e struggenti, come quelle dell’omicidio di Piersanti Mattarella. Dopo una mostra fotografica di denuncia, arriva a Letizia una minaccia di morte. Il giudice Falcone, appena entrato nel pool antimafia e con il quale Letizia instaura una solida amicizia, le consiglia di lasciare Palermo. La fotografa e Franco invece continuano coraggiosamente il loro lavoro e sarà proprio Zecchin a fotografare i corpi del generale Dalla Chiesa e di sua moglie uccisi da un commando di Cosa Nostra. Dopo anni impegnati a documentare i delitti più efferati, Letizia sente il bisogno di una ricerca più intima; così inizia a fotografare soprattutto bambine. Apprezzata ormai a livello internazionale, nel 1988 ottiene a New York il prestigioso premio Eugéne Smith. Intanto, con la chiusura improvvisa de L’Ora finisce un’epoca, mentre la mafia prosegue la sua stagione terroristica con l’uccisione del giudice Falcone. Di quello scempio sull’autostrada per Capaci Letizia decide di non avere nemmeno uno scatto. Stanca e disgustata, è tentata di distruggere le sue foto di morte e mafia ed è Franco a convincerla a non farlo. Sulla soglia dei sessant’anni, Letizia decide di interrompere la relazione con il compagno, più giovane di lei, e di lasciarlo partire per Parigi, dove entrerà nell’agenzia Magnum. L’ultimo colpo giornalistico di Letizia è il recupero nell’archivio di una sua vecchia foto che inguaierà il senatore Andreotti, immortalato con il mafioso Ignazio Salvo. Da allora in poi Letizia Battaglia continuerà soprattutto a fotografare bambine.

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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