Masterchef 10: cosa è successo nella quarta puntata, con un’eliminazione a sorpresa e un omaggio alla farina
La quarta puntata di Masterchef Italia decima stagione ieri sera non ha mancato di stupire, con un’eliminazione a sorpresa, monito per tutti gli aspiranti chef, e una gara all’ultimo utilizzo della farina.
Possiamo dire che Masterchef Italia ieri sera abbia segnato una tappa decisiva della sua decima stagione. Quarta serata senza esterna, in un momento in cui, dopo i primi fuochi ed entusiasmi, i giudici si sono presi il tempo di richiamare brutalmente gli aspiranti chef alla realtà, alla loro reale preparazione tecnica. Allora ecco lo skill test, ecco un’eliminazione non prevista che sa di monito per gli altri: basta distrarsi e sbagliare un piatto per andare a casa, non importa chi siate.
Com'è andata la quarta puntata di Masterchef 10
Ovviamente queste righe contengono degli spoiler, anche se non crediamo facciano perdere la voglia e il piacere di (ri)vedersi la puntata andata in onda ieri sera su Sky Uno e disponibile on demand, anche se NOW TV. Dopo la prima esterna, con tanto di complessa organizzazione di un servizio delivery, i 18 concorrenti della Masterclass sono carichi di entusiasmo, c’è anche chi cambia look e gli chef sembrano partire con più di un sorriso, fatta eccezione per il Bruno Barbieri cattivissimo di quest’anno. Si parte con una mystery box che rimanda a un piatto povero e nazionale, cucinato in ogni parte della stivale: lo gnocco. Attraverso le tre personali varianti preferite di Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli, i cuochi devono farsi ispirare, mostrando chi sono attraverso una loro ricetta con protagonisti gli gnocchi, in 45 minuti, con tanto di scherzoso litigio di Barbieri e Cannavacciuolo sulla facilità o meno nel cucinarli. Dal Maine alla Sicilia, sono tante le versioni, con la vittoria di Daiana, che ottiene molti vantaggi per il successivo invention test.
Protagoniste sono due giovani cuoche che rappresentano il meglio della cucina italiana under 30: la pugliese Solaika Marrocco e Stella Shi, che coniuga i prodotti del nostro paese con i sapori della Cina, patria dei genitori. Le due chef presentano ai concorrenti due gruppi di ingredienti ai quali sono particolarmente legate e che usano nei loro piatti. Daiana, vincitrice della Mystery, ha il vantaggio di poter assegnare una delle due cloche agli aspiranti chef, ma anche di creare una combinazione “killer”. Un piatto della morte con sei elementi della Marrocco e sei della Chi. Il talentuoso e chirurgico Antonio, alla fine, è il vincitore della prova, ma la grande sorpresa è un’altra: Irish, ritenuto fra i migliori della classe e molto temuto dai compagni, viene addirittura eliminato a sorpresa, per aver cucinato delle interiora crude, impedendo di poter assaggiare il piatto agli chef. “Vali l’ultimo piatto che hai cucinato”, ha detto con particolare veemenza Locatelli, evocando una frase che uno dei suoi maestri gli ripeteva continuamente, “gli altri che hai fatto possono essere stati fantastici, ma non contano niente, puoi aver fatto meraviglie e vinto stelle Michelin”.
Un invention test che ha messo in difficoltà davvero in tanti, e certo non aumentato la popolarità dell’avvocatessa Daiana fra i compagni, rievocando una spietata donna di legge di qualche edizione fa, che poi vinse il cooking show. “Potrebbe essere il giorno di un’altra rivoluzione qui a Masterchef”, si spinge a dire il perfido Barbieri, sottolineando grandi picchi ma anche grandi disastri, fra i piatti cucinati.
A questo punto, niente esterna, siamo pur sempre in periodo di Covid ed è meglio centellinarle, ma spazio a uno Skill Test che mette ancora una volta alla prova le capacità tecniche dei ragazzi. Organizzato su tre livelli, ognuno dedicato a un piatto semplice a base di Farina, ha portato poi alla fine a un’altra eliminazione. Ogni livello ha dato la possibilità ai concorrenti rimasti di salvarsi, salendo in balconata, cucinando un piatto portato in dote da uno degli chef. Si comincia con lo Yorkshire pudding per il londinese Locatelli, per poi passare alla zuppa di cipolle francese portata da Barbieri, concludendo con delle crespelle di scuola Cannavacciuolo.
Una lotta all’ultimo colpo di farina, appassionante e complesso, proprio per l’apparente semplicità dei piatti, che ha portato all’eliminazione dell’artistica, ma forse non troppo tecnica, Sedighe.